
Valentino Rossi e Marc Marquez: oltre il talento
Pensa se non ci avessi provato!
Tutto è partito da questo titolo che, nell’estate del 2023, in una soleggiata giornata di luglio, ho continuato a ripetermi insieme ad un’altra domanda fondante, che a breve svelerò, generativa del mio personale percorso di agentività, del quale all’epoca ignoravo l’esistenza.
La seconda domanda vi chiederete, eccola: che padre vuoi essere per Riccardo? Che tradotta ed elaborata nel tempo ho capito essere: chi vuoi essere veramente?
Da quel momento ho iniziato ad agire, ho fatto il mio personale click, ho cambiato lavoro, ho costruito le mie scelte, determinato i miei obiettivi. Mi ero dato tre anni ma, dopo poco più di un anno, buona parte di questi li ho già raggiunti e, per alcuni, superati. Qui mi viene in mente il grande maestro Jedi, Yoda, che nell’esortare Luke a superare le sue indecisioni ed insicurezze gli intima: “No. Provare no! Fare o non fare. Non c’è provare.”, allo scopo di guidarlo nella determinazione di un obiettivo per lui importante, facendo leva sulla fiducia nelle proprie potenzialità.
Con queste premesse, ho continuato la mia personale definizione di obiettivi di crescita ed ho incontrato il coaching evolutivo. Fin dalla prima lezione ho percepito un nuovo click, ho compreso quanto ancora potevo, posso e potrò arricchire il mio bagaglio di esperienze e strumenti di vita e di lavoro. Il lavoro, che poi altro non è che la nostra seconda vita, un po’; come nei dualismi fumettistici Clark Kent/Superman, Peter Parker/Spiderman o, il mio preferito, Bruce Wayne/Batman.
Pensando a questo sentiero che ha visto aggiungersi davanti a me un passo dopo l’altro, ho trovato il mio pensiero guida ed il mio personale maestro Jedi: La teoria dell’agentività umana di Albert Bandura.
E’ stato come vedere le tappe della mia vita quarantennale tradotte in un unico assunto, tanto chiaro quanto enormemente ricco di significato.
Tornando e raccordando l’origine di questo scritto, “Pensa se non ci avessi provato!”, è anche il titolo di un bestseller per gli amanti dei motori e dello sport. Questo titolo ed il suo significato, mi ha permesso di costruire un personale ponte di connessione tra Albert Bandura, Valentino Rossi e Marc Márquez. Come una moto tra le curve di un circuito, mi ha guidato e l’ho guidata, adesso tocca a Voi!
Come prima tappa del giro, il doveroso incipit o pit-stop di quanto il maestro Albert Bandura ha donato a tutta l’Umanità.
Psicologo, canadese, è considerato il pioniere nel delineare il concetto dell’agentività umana o human agency. Ha dedicato la sua carriera a esplorare le complesse interazioni tra comportamento, ambiente e processi cognitivi. La sua teoria sociale cognitiva, introdotta nel 1963 ha come suo elemento centrale il concetto di autoefficacia, che si collega strettamente all’agency.
Ma in cosa consiste esattamente questa agentività? Bandura ha sostenuto che la percezione individuale della propria capacità di influenzare gli eventi e di raggiungere obiettivi specifici ha profonde implicazioni sul comportamento. Questa teoria ha aperto la strada a nuove comprensioni dell’empowerment individuale, mostrando come la fiducia nelle proprie capacità influenzi il modo in cui le persone affrontano sfide e perseguono traguardi.
L’essenza della agentività risiede nella consapevolezza e nell’autodeterminazione ed ha cinque caratteristiche fondamentali:
Compiamo un’azione intenzionale quando interveniamo sul nostro funzionamento e sulle circostanze della nostra vita con piani d’azione e strategie di realizzazione.
Perché questo avvenga dobbiamo essere capaci di immaginare uno o più futuri possibili, e dunque porci obiettivi a breve, medio e lungo termine e ipotizzare risultati. E dobbiamo anche orientare gli sforzi del presente verso quel futuro immaginato. In altri termini: estendere temporalmente le nostre azioni.
L’autoregolazione ha invece a che fare con la nostra capacità di:
– adottare standard personali che aumentino il nostro senso di valore;
– astenerci da atteggiamenti e abitudini che provochino in noi autobiasimo e autosvalutazione.
Un comportamento agentivo, inoltre, non può dirsi tale senza un’analisi e una riflessione sull’appropriatezza e sul senso dei nostri pensieri, azioni e imprese.
Questo tipo di analisi sono da una parte lo strumento utile ad avvalorare il percorso che abbiamo compiuto; dall’altra lo strumento che ci aiuterà a rintracciare e ad apportare le correzioni necessarie per il prosieguo del viaggio.
Infine, il senso di autoefficacia che corrisponde alla consapevolezza di essere capace di dominare specifiche attività, situazioni o aspetti del proprio funzionamento psicologico o sociale. In altre parole, è la percezione che abbiamo di noi stessi di sapere di essere in grado di fare, essere o divenire qualcosa.
Da qui emerge che sia il comportamento che il pensiero ovvero l’agire sono inevitabilmente influenzati. Queste influenze possono essere ricondotte a tre classi di cause:
– i fattori personali, costituiti perlopiù da elementi cognitivi, affettivi e biologici;
– il comportamento, attuato in un determinato contesto;
– gli eventi ambientali e le strutture sociali che circondano gli individui e interagiscono continuamente con loro.
Il modello proposto da Bandura (persona – comportamento – ambiente) ruota sulla definizione di due esiti: i risultati esterni e le reazioni autovalutative. Gli esiti, di conseguenza, hanno un ruolo decisivo nello sviluppo delle capacità personali e, soprattutto, nella percezione dell’autoefficacia e dell’autostima.
Pensa se non ci avessi provato! Anzi: Guarda cosa ho creato! Questo credo sia il pensiero che accomuna Valentino Rossi, Marc Márquez ad Albert Bandura.
A mio modesto parere le scelte ed i percorsi di questi due piloti rappresentano una delle massime espressioni dell’human agency. Voi penserete, giochi facile, sono due eccellenze indiscusse nel loro ambito professionale (motociclismo), dotati di capacità e talenti inarrivabili per la maggior parte dei comuni mortali. E’ vero! Ma è altrettanto vero che sia Valentino che Marc, proprio in virtù dei loro straordinari talenti, hanno dovuto affrontare pressioni, sconfitte, ambienti ostili come pochi altri. Ed è da queste situazioni che hanno dimostrato di non avere solo talento ma anche di un pari (se non superiore) livello di agentività.
Nelle seguenti righe non andrò a ripercorrere la loro carriera, mi soffermerò su due eventi significativi che ho personalmente associato ai concetti espressi dal maestro Bandura.
L’Academy di Valentino
“Alla VR46 Riders Academy si cresce come piloti e come uomini”.
“Direi che va bene ai ragazzi, perché possono prendere qualcosa dalla mia esperienza e va bene anche a me, perché stare con loro mi aiuta a restare giovane”.
Queste le parole di Valentino Rossi, abilissimo comunicatore, nel riassumere il concetto che l’ha portato a creare la sua scuola di vita e di pilotaggio. Dietro a questo messaggio semplice e scherzoso c’è però un percorso tortuoso ed anche doloroso.
La prima vera Academy, anche se ufficiosa, è nata con Marco Simoncelli, caro amico di Valentino, quando nel 2006 gli chiese aiuto per allenarsi ed uscire da una spirale di eventi e pensieri negativi che stavano colpendo il pilota di Coriano. I due iniziarono così a condividere le sessioni di allenamento ed a darsi reciproci feedback su come affrontare la pista, le curve, i media e le gare future.
Questo metodo però prese forma e struttura solo molti anni più tardi, anche a seguito della morte di Marco, avvenuta in Malesia, in pista, a seguito di un’incidente che coinvolse Valentino, nell’ottobre 2011.
L’ha rivelato lo stesso Rossi: “Academy? Idea nata grazie a Simoncelli”. Ufficialmente l’anno è il 2013 che corrisponde anche con il ritorno del Dottore ad alti livelli dopo una delle sue parentesi professionali più difficili e negative, il biennio in Ducati.
Qui The Doctor, ha senso dirlo, ha trovato la cura, la Sua! Ha capito che il talento non poteva essere sufficiente, ha agito sul suo ambiente, ha intenzionalmente creato le condizioni per generare un futuro di performance a cui solo lui potrà dire STOP. Si è autoregolato, ha iniziato ad allenarsi in modo metodico, maniacale ed allo stesso tempo “alla sua maniera” ovvero in un ranch che sa di famiglia, scherzi ed amicizia, non solo di sudore e fatica.
E’ diventato il consigliere dei nuovi campioni emergenti, senza però smettere di confrontare la sua performance rispetto alla loro.
Ed infine ci ha creduto, trasformando il suo talento di pilota di moto in capacità e competenze da utilizzare come pilota d’auto.
Basta così? No, ha scelto una tra le categorie più complesse ed estenuanti, l’endurance: gare di durata (dalle 6 alle 24 ore), con cambi pilota e tempi di recupero tra una fase e l’altra della gara di non più di 4 ore.
In testa, fin dai primi test, un unico obiettivo: correre per divertirsi e per vincere.
Ha trovato e firmato per un team ufficiale (tra i migliori nella categoria), ha fatto un apprendistato di un anno in un campionato che gli permettesse di guadagnare la licenza necessaria per correre nel mondiale ed infine ha iniziato a vincere!
Adesso è iniziata la nuova fase, passare dai modelli GT3 (meno performanti) alle Hypercar (il top della categoria), per correre la 24 ore di Le Mans. L’obiettivo? Vincerla!
Come disse Steve McQueen, suo idolo: “Life is racing, Everything before or after is just waiting!”
La scelta di Marc
Alter ego per eccellenza di Valentino, il cattivo in tutti i racconti dei tifosi #46giallo, soprattutto dopo gli eventi del 2015 (Márquez, non in corsa per il campionato, ostacolò Valentino negli ultimi gran premi, agevolando la vittoria mondiale di Jorge Lorenzo a discapito di Rossi), eppure così simili nella loro capacità di influenzare se stessi e gli altri.
La data è il 4 ottobre 2023, Marc Márquez dopo 11 anni, 8 titoli mondiali ed un contratto milionario, lascia la Honda ufficiale. Arriva a questa decisione dopo quattro anni di cadute ed infortuni che ad un certo punto mettono in discussione la sua carriera, il braccio destro martoriato di cicatrici porta tutti i segni indelebili del calvario, la fiamma però non si è spenta: “Voglio tornare il migliore in MotoGP”.
Da questa intenzione e definizione di obiettivo Marc parte per la sua missione d’agentività ed il ruolino di marcia, relativamente breve (8 mesi circa), è stato estremamente efficace.
12 ottobre 2023 – l’annuncio: nel 2024 Marc Marquez passa su una Ducati cliente affidata al team Gresini Racing (team satellite di Ducati, senza supporto ufficiale), in coppia col fratello Alex, suo grande supporto fin dagli inizi della carriera.
28 novembre 2023 – il debutto sulla Ducati (la moto che ha vinto gli ultimi due mondiali): sale per la prima volta sulla nuova moto e chiude con il quarto crono.
23 marzo 2024 – Marc torna sul podio: il percorso verso il ritorno sul gradino più alto del podio è iniziato.
28 aprile 2024 – A Jerez, davanti al pubblico di casa, Márquez ottiene la sua prima pole position su una Ducati. In gara battaglia con Francesco Bagnaia (campione in carica che guida la Ducati Ufficiale) e taglia il traguardo in seconda piazza. Il team Pramac non è una opzione, non voglio passare da un team satellite a un altro.” Queste le parole molto chiare di Marc in conferenza stampa in vista del GP d’Italia, a proposito del suo futuro e del campionato 2025. “Se ho in mente una scadenza? Sì ma non posso dirvi quand’è – ha aggiunto – Le persone che devono sapere sanno già, mi sento a mio agio. Sono molto convinto delle mie idee, posso soltanto andare più veloce in pista in modo da avere più opzioni da scegliere”.
5 giugno 2024 – Márquez ufficiale Ducati: dal 2025 correrà nel team ufficiale. A meno di un anno lo spagnolo è riuscito a costruire un percorso che nella prossima stagione gli metterà a disposizione una delle strutture più ambite del paddock, in sella alla moto che al momento è la più competitiva.
“Dal primo contatto con la Desmosedici GP mi sono divertito a guidarla e mi sono adattato subito bene. Da quel momento ho capito che il mio obiettivo era dover proseguire su questa strada, continuare a crescere e passare nella squadra dove Pecco Bagnaia si è laureato Campione del Mondo per due anni di fila”.
Pensando alle influenze del comportamento e del pensiero, il percorso attuato da Márquez, come quello di Valentino, evidenzia lo schema formulato da Bandura:
– I fattori personali: il desiderio di tornare ad essere il numero uno, la scelta di un team più piccolo, famigliare, con il fratello come compagno di squadra, per ritrovare serenità e semplicità (Márquez); l’Academy e la volontà di voler ricreare un incubatore di stimoli ed
energie positive per tornare vincente (Rossi);
– Il comportamento attuato: nel comunicare attraverso i mass media, una volta confermata la validità della scelta della moto, di non voler accettare che una sola possibilità ovvero la Ducati ufficiale (Márquez); il mettersi a disposizione delle nuove leve per chiedere ed avere da loro i feedback sulla sua performance (Rossi);
– Gli eventi ambientali: l’energia della gara di casa (pole e secondo posto), la gestione della tensione nei giorni precedenti al gran premio del Mugello per i contratti 2025 (Márquez); l’utilizzare come cassa di risonanza i risultati dei suoi allievi – Bagnaia su tutti – per
confermare la bontà del progetto VR46 abbinandolo al nuovo Rossi, pilota endurance ancora talentuoso ed affamato di vittorie (Rossi).
Lo sport come la vita ci offre quotidiani esempi di agentività e continuerà a farlo. Il cambiamento continuo è dentro il tempo, il nostro e di tutto ciò che ci circonda, kairos e kronos, quale miglior esempio se non un weekend di gara! Questi due ragazzi hanno, a mi avviso, incarnato i concetti espressi da Albert Bandura andando oltre il loro talento, andando oltre il successo ed i trofei, andando oltre i dolori più intimi e le sconfitte più profonde. Hanno scoperto chi sono e soprattutto chi vogliono essere ed hanno unito le stelle del loro universo per diventare l’esempio a cui ispirarsi.
Pensa se non ci avessero provato…non solo ci hanno provato ma continueranno a farlo!
Francamente mi sembra il miglior uso del tempo che gli resta.
Agnoletto Davide
HR Manager e Coach Professionista
Padova
davide.agnoletto@gmail.com
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