
Tecniche di Coaching per coltivare l’ottimismo realistico
L’espressione ottimismo realistico potrebbe equivocare, quasi richiamare un ossimoro nel momento in cui essere ottimisti proietta su un futuro positivo mentre essere realistici concentra il proprio focus sui dati / fatti evidenti e sulle dinamiche esistenti.
Come li tengo insieme?
Le due prospettive non sono disgiunte necessariamente. Anche se operano per confronto e per contrasto, sono più funzionali nella loro sinergica combinazione per riuscire a supportare un Coachee nella profilazione del suo futuro desiderato.
Come posso utilizzare l’ottimismo realistico?
La progettualità è sempre dilemmatica, chiunque è esposto all’insicurezza e alla aleatorietà che governa gli scenari potenziali e chiunque, nella sua ideazione, si lascia accompagnare da credenze e da convinzioni permanenti e consolidate. Ci sono allora paradigmi che le tecniche di Coaching, nella loro diversità di approccio, possono sciogliere e chiarificare per favorire meglio la consapevolezza del Coachee. Mi riferisco soprattutto ai seguenti, quali chiavi di esplorazione che attraverso le domande efficaci conducono a far emergere l’attitudine verso l’ottimismo realistico:
- Demotivazione vs resilienza e perseveranza
- Autoefficacia vs atteggiamento rinunciatario
- Auto coerenza vs incoerenza
- Coinvolgimento vitale vs esperienze di vita
- Qualità resilienti vs credenze depotenzianti
- Perfezione vs completezza
- Illusione vs limitazione.
Seguendo tali prospettive, le pratiche di Coaching dirette a sviluppare un ottimismo realistico supportano il Coachee nella conquista delle seguenti principali dinamiche di pensiero e di azione:
- Accettazione della realtà e della sua complessità
- Evitamento di generalizzazioni che appartengono al senso comune
- Focus sulle proprie risorse e sui propri punti di forza.
- Capacità di apprendere dall’esperienza
- Consapevolezza e relativizzazione circa la transitorietà di alcuni problemi
- Spinta a futurizzare se stessi
Il tutto contribuisce a rafforzare nel Coachee la disposizione resiliente e stabile verso la scoperta, lo sviluppo di sé e la strategia atta alla realizzazione massima dei propri obiettivi e della propria soddisfazione.
Quali tecniche di ottimismo realistico?
Nella pratica professionale di un Coach allenare l’altro allo sguardo ottimistico-realistico presuppone la capacità di condurlo a sostanziare, rispetto ad un obiettivo, il reale desiderio, la consapevole emozione, il senso della direzione e dello sforzo, la sua tenace volontà di conquista e la conoscenza oggettiva del contesto circostante. In quest’ottica sono molteplici le tecniche di coaching che si possono adottare per sostenere il Coachee nella visione ottimista-realistica.
Tra tutte quelle già note e quelle non ancora esplorate ce ne è una che per esperienza anche personale riesce sempre a fissare un punto nel tempo presente e al contempo a chiarificare dove si è e dove si vuole andare. Mi riferisco al “diario della gratitudine” che certamente non costituisce una novità; tuttavia, ci sono molti modi diversi di declinarlo creativamente.
Non esistono al riguardo regole fisse, il Coachee e le sue preferenze ne guidano la compilazione. Gli effetti sono quelli connessi alla narrazione autobiografica dove scrivere rappresenta già un modo di ri-scrivere di sé, di riprendersi tra le mani per cogliere diversamente tutta la ricchezza e la potenzialità che la propria vita umana rappresenta ogni giorno.
Per approfondire l’argomento e il concetto di ottimismo realistico, leggi questo articolo.
In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®
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