Categoria: Oriente e Occidente

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Oriente e Occidente

Antica e moderna conoscenza di sé

 

Chi non vive e cresce muore, mi dice il mio spirituale e creativo coachee Marco.

Consapevolezzaautonomia e responsabilità sono parole ricorrenti quando mi relaziono al mio caachee durante le nostre interessanti e stimolanti sessioni. Il mio focus in questo elaborato è sul parallelismo tra il coaching e la filosofia buddhista che pure ha tra le sue parole chiave consapevolezza, autonomia, responsabilità.

Abbiamo visto che il concetto centrale del coaching é l’individuazione e l’allenamento delle potenzialità dell’individuo.

La via percorsa da ogni relazione di coaching, in quanto basata su una ricercapersonale, sarà sempre diversa perchésiamo unici e irripetibili.

Ne consegue che il coaching é molto di più che la semplice applicazione di una serie di tecniche.

Il Buddhismo si è affermato come una delle principali dottrinedell’evoluzione dello spirito  umano in  termini di ricerca e cura di sé. È un  approccio alla vita che si caratterizza per una ricerca sapiente e profonda della natura umana in cui prima di tutto si valorizza la persona e il suo essere.

La grande novità é che la particolare via (marga) verso la liberazione (mokkha) esclude sostegni esterni quali, tradizioni, rivelazioni dall’alto.

L’uomo in se stesso possiede tutto il necessario.

Il Buddhismo fin dall’inizio si è affermato come una ricerca dei fatti e delle cause alla loro origine. Il Buddha stesso, con la sua rettavia e con lo  sguardo al mondo reale, ci ricorda che quando l’uomo chiarisce a se stesso chiè, dove sta andando e qual è la sua meta, solo allora i suoi movimenti saranno agevoli e rapidi.

Il Buddha non è un salvatore ma solo un uomo risvegliato che in sestesso ha trovato la risposta, é giunto all’altra riva e, mosso da compassione per il genere umano, ha esposto un metodo per ottenere lo stesso risultato per chi è in grado di comprendere. La sofferenza é lucenon restituita alle sfere di consapevolezza, é l’impulso segreto che motiva l’uomo alla ricerca della liberazione, perché l’essere umano é, nella sua più profonda essenza,consapevolezza e coscienza.

La via che conduce all’arresto del dolore, la legge del Dharma, indica gli insegnamenti e le pratiche che conducono all’illuminazione.

Particolarmente interessanti e vicini al metodo del coaching trovo i contenuti della retta intenzione e della retta azione con la comune premessa che la salvezza e le risposte si trovano in primis in noi stessi.

Il coach nel suo ruolo e responsabilità si prende cura del proprio coachee allenandolo alla cura di sé, accompagnandolo e supportandolo nella trasformazione di desideri in obiettiviauto determinati e concreti.

In questo metodo di sviluppo personale il coachee compie un vero e proprio cammino alla scoperta di se stesso e delle proprie potenzialitàche, attivate concretamente, conducono all’autorealizzazione e al benessere complessivo.

Ascolto profondo di sé.

Il Buddha ci esorta a trovare la salvezza in noi stessi con la pratica del pensiero rivolto all’interno, con presa di coscienza e impegno.

Concetto ripreso in tempi più recenti da G. Jung: “chi guarda all’interno si sveglia, chi guarda all’esterno sogna”.

Con il profondo ascolto di sé attraverso il silenzio l’uomo attinge alle sue risorse interiori, e nel coaching attraverso questo potente mezzo il coachee viene stimolato a prendere coscienza.

Sia  il metodo del coaching che la filosofia buddhista stimolano, illuminano, supportano gli uomini a vivere una vita migliore e a essere migliori.

“Tutto quello che siamo é il risultato di quello che pensiamo” diceva il Buddha.

“Scopri il tuo compito e dedicati ad esso con tutto il tuo cuore” ci esorta il Buddha.

La conoscenza di sé è un passaggio fondamentale sia nel processo di cambiamento avviato dalla relazione di coaching, sia nella filosofia buddhista, portando a maggiori autonomia, responsabilità e resilienza.

Domina la tua mente.

Dice il Buddha che se non dominiamo la nostra mente, sarà lei a dominare noi.  Gallwey parimenti afferma che il nostro principale avversario é dentro la nostra stessa mente, non al di la della rete (The Inner. Game of Tennis).

Più una persona migliora il proprio stato mentale, più sarà felice, e sappiamo quanto l’ottimismo migliora le emozioni e innesca  il circolo virtuoso della profezia che si autoavvera.

Qui e ora.

Una massima buddhista dice che ci sono solo due giorni in cui non puoi fare nulla: ieri e domani. Ieri è passato e non può essere modificato. Domani deve ancora venire e quindi non puoi fare ancora nulla.

Quando puoi fare qualcosa? Adesso, oggi,qui e ora.

L’uomo deve saper contare sulle sue risorse attuali qui e ora, per giungere alla suprema dimora della pace.

L’obiettivo nel coaching é condurre la persona sempre più nel qui e ora come si prefigge anche l’insegnamento buddhista.

Quando si è concentrati sul presente, pensando esclusivamente a quello che si sta facendo, l’ansia e la preoccupazione scompaiono perchénon c’è lo spazio per esse.

Distacco e compassione.

Distacco e compassione sono comportamenti che vanno allenati quotidianamente.

Quando il coach si distacca e si concentra riuscirà a non cadere in un processo proiettivo involontario o in un’interpretazione personale del problema imponendo inconsapevolmente la propria visione.

Il Buddhismo dà grande spazio nella sua dottrina al distacco e alla compassione nella relazione definendola un farmaco che riporta la serenità quando si é in preda all’agitazione.

Consapevolezza e azione.

Nel dialogo con il coacheeé fondamentale concettualizzare le sue scelte, le opportunità dei contesti in cui ha operato, le scelte di diverse opzioni e le influenze che queste hanno avuto direttamente o indirettamente.

Anche nelle situazioni di totale passività del coachee il coach evidenzierà il cliente come artefice della sua stessa passività.

Ecco il concetto chiave di responsabilità a cui la consapevolezza, tanto cara al Buddhismo, conduce e da cui scaturiscono crescita e efficienza.

Il coachee prende consapevolezza dei propri schemi mentali abitudinari.

Da qui in poi si attiva la fase esecutiva con l’attuazione del piano d’azione e con scelte consapevoli  in direzione della crescita.

Qui il Risvegliato dice: “una cosa se praticata e compiuta ripetutamente fa conseguire le due forme di bene e permane vantaggiosa sia in presente che in futuro”.

Quando l’uomo si impegna nella disciplina – appamada– restituisce al pensiero la sua dimensione  interiore.

Il Buddha in questi versi ci ricorda che certi frutti non arrivano da soli, per cui è vano stare ad aspettarli. Solo dalla fatica, un giorno, giungerà la ricompensa, cioè il risveglio.

Questa é la rettitudine dello sforzo, che conduce ad un karma positivo,  fondamentale anche nel coaching.

La comprensione profonda può indurre un cambiamento ma saranno i comportamenti a condurre la presa di coscienza di profonde convinzioni.

Le buone relazioni

Secondo il Buddha i saggi apportano luce ovunque, raggiungono il Nirvana perché sono maestri di se stessi non guidati da alcuno, liberi da condizionamenti.

Come abbiamo visto il contesto e le relazioni possono agevolare e facilitare l’espressione delle attitudini esistenziali oppure possono interferire ostacolandole e soffocandole. Il Buddha ci esorta  a non frequentare persone che ci conducono allo squilibrio ma di seguire il nobile sentiero frequentando gli eletti evitando gli stolti inconsapevoli. Nel coaching parliamo di  relazioni facilitanti.

Come dice un versetto del Dhammapada: “vegliamo sempre ben consci discepoli di Gotama, la mente dei quali giorno e notte gode nel non danneggiare alcuno“.

In questi versi emerge l’importanza della vigileconsapevolezza, primo passo per cambiare, che per la via buddhista rappresenta la base della moralità.

Il coaching praticato con professionalità e profonda umanità può fare la differenza così  come, a mio avviso, i precetti dell’antica dottrina buddhista.

Buona vita a tutti.

 

Carmen Cavara
Life Coach, Milano
carmencavara@fastwebnet.it

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