
Lo Spiritual Coaching
Lo scopo di questo elaborato è quello di cercare di aprire una strada verso una disciplina non ancora affermata in Italia ma che pare possa avere sviluppi importanti nei prossimi anni: lo spiritual coaching.
Lo Spiritual coaching ha attinenza con la parte spirituale dell’uomo. Questo termine però risulta generico e già inflazionato da una deriva spiritualistica poco attinente alla nostra tradizione cristiana. Preferirei chiamare lo “spiritual coaching” che si ispira alla tradizione cristiana in un termine più consono e più legato alla parte teologica. Ad esempio “Pneuma Coaching”, “Paraklètos coaching”, “Coaching agapico” “Rafael coaching”.
Mentre ancora non ho scelto la terminologia più consona per indirizzare lo spiritual coaching cristiano occorre aver ben chiaro, tuttavia, l’ Evidence Based Coaching e da questo poi abbracciare la parte spirituale. Non mi voglio qui dilungare nella spiegazione di cosa sia l’Evidence Based Coaching e della fondamentale importanza che ha questo metodo di lavoro atto a sviluppare, attraverso un piano d’azione, consapevolezza e potenziale nel singolo e nel gruppo. Rimando questo al testo “L’essenza del coaching” di A.Pannitti, F.Rossi ed. FrancoAngeli, 2012, Milano.
Mi pare corretto affrontare il termine “Pneuma/Spirituale/agapico” per posizionare bene questa nuova disciplina all’interno del Coaching. Cosa intendiamo per spirito umano e come è in comunicazione con gli altri? “lo spirito umano non è mai solo, né rinchiuso in se stesso, si trova invece sempre in una comunicazione con gli altri spiriti, riceve da essi una ispirazione, egli inspira e viene inspirato. Egli è tale già per la sua creazione.”
Per lavorare in modo efficace sul proprio spirito occorre tenere ben presente che ogni uomo possiede uno spirito donato dal creatore. Questo spirito è uno spirito di relazione e di amore che è la base del fondamento dell’uomo che ci rende ad immagine di Dio. Se non comprendiamo la potenza e l’energia infinita che il creatore ci ha insufflato- inspirato- non comprendiamo le potenze che abbiamo a disposizione per realizzarci completamente nella nostra breve ma intensa esistenza. Queste energie le abbiamo sempre dentro di noi e sono parte della nostra esistenza. Quando noi ci appassioniamo a qualcosa o amiamo, sentiamo dentro di noi scorrere una linfa diversa dal solito. Una forza che ci spinge e ci sostiene. Questa forza, questa energia, altro non è che lo spirito dell’uomo. L’energia positiva che ci viene donata.
Tutto questo trova una assonanza e una correlazione molto forte con il metodo C.A.R.E.® ideato da Franco Rossi e Alessandro Pannitti. La Consapevolezza di avere un spirito porta ad un’autorealizzazione metafisica e ad una Responsabilizzazione Eudaimonica fisico/spirituale.*
Anche le “4A” della relazione facilitante, la centratura del Coach, la sua assertività che scaturisce dall’analisi transazionale, e tutta la metodologia studiata nel corso sono da utilizzare pienamente perché, da quanto ho appreso, tutto è volto all’amore e al rispetto verso il Coachee e questo indirizzo non può che essere accolto integralmente all’interno dello Spiritual coaching. Ogni persona può decidere liberamente come impiegare lo spirito che gli è stato donato.*
Impegnato correttamente, lo spirito ricevuto, porta alla piena realizzazione della persona e al più alto grado di felicità e di soddisfazione. L’esatto contrario avviene se usa questa energia negativamente. Normalmente l’uomo utilizza in modo alternato lo spirito e spesso perciò, proprio come la macchinina giocattolo, si muove un po’ avanti e un po’ indietro.
Cosa accade? Che l’uomo resta quasi sempre fermo sulle sue posizioni ma in realtà si muove tantissimo facendo molta fatica e non raggiunge la piena realizzazione.
Lo scopo, l’obiettivo dello spiritual coaching è quello di dare la giusta impostazione e polarità alla propria esistenza per poter percorrere con gioia e rapidamente la strada futura verso della nostra vita scoprendo con consapevolezza il nostro desiderio e obiettivo più profondo inscritto dallo Spirito creatore nella nostra anima fin dall’inizio del tempo.
Esiste una guida nella Sacra Scrittura che abbina queste due realtà? La realtà del coach che affianca, stimola la riflessione, aiuta a vedere un altro punto di vista orientandosi verso un futuro desiderato? La realtà spirituale che rafforzando il tuo spirito e la tua credenza aiuta dare pieno compimento alla tua vita?
Una risposta possiamo trovarla nel libro di Tobit (o Tobia). In questo libro il giovane Tobia viene affiancato dall’Arcangelo Raffaele ed insieme intraprendono un cammino. In questo percorso il ragazzo diventerà un uomo, troverà la sua sposa Sara e tornerà a casa pieno di tesori. Il vecchio padre Tobit recupererà la vista e la giovane Sara verrà liberata da un demonio che le impediva di realizzarsi nel suo desiderio di gioia/pienezza di vita che per lei era il matrimonio.
La chiave di volta di questo racconto è un grosso pesce che il giovane Tobit incontra lavandosi i piedi nel fiume durante il viaggio. L’Arcangelo esorta Tobia a sfidare questo mostro marino e con il suo aiuto cattura il pesce. Dalle interiora del pesce poi scaturiranno i medicamenti che guariranno gli occhi del vecchio padre Tobit e permetteranno l’esorcismo che libererà Sara.
Questo pesce può simboleggiare la parte interiore che abbiamo dentro che non riusciamo ad esprimere e resta perciò latente. Occorre un coach che aiuti ad elaborare le potenzialità e ad estrarre il meglio di te che giace al tuo interno.
Poi occorre uno spiritual coach che ti indirizzi sia fisicamente che spiritgualmente verso un futuro coerente con le tue aspettative più intime e profonde.
Analisi del libro di Tobit
In questa seconda parte andremo a cogliere e ad analizzare alcuni aspetti propri del Coaching che sono contenuti all’interno del libro di Tobia con la consapevolezza che in alcuni casi effettueremo delle letture interpretative, per adattare questo percorso ad un cammino di Spiritual Coaching, che non snatureranno la sacralità del testo e non saranno forvianti per la comprensione della Parola. Tutto ciò che andrò a rivelare in chiave di Coaching è una lettura approfondita che nasce da uno studio su questo libro che dura da anni e che mi h impegnato nella stesura di un saggio angelologico al momento al vaglio critico di eminenti teologi e prelati.
-Sessione Zero- Cap.4-5 libro di Tobit
Il vecchio Tobit, ormai cieco, si ricorda di aver depositato una ingente somma di denaro presso Rage di Media da un suo parete e chiede al figlio Tobia di cercare una guida per accompagnarlo nel viaggio.
Tobia esce e trova l’Arcangelo Raffaele, inviato da Dio, che si presenta come un giovane di nome Azaria, della sua stirpe, in cerca di lavoro e pratico della strada che conduce a Rage. Tobia conduce il giovane Azaria a padre per il contratto e qui siglano l’accordo: “Ti dò una dramma al giorno, oltre quello che occorre a te e a mio figlio insieme. Fa dunque il viaggio con mio figlio e poi ti darò ancora di più”. Gli disse: “Farò il viaggio con lui. Non temere; partiremo sani e sani ritorneremo, perché la strada è sicura”.Tobit gli disse: “Sia con te la benedizione, o fratello!”. Si rivolse poi al figlio e gli disse: “Figlio, prepara quanto occorre per il viaggio e parti con questo tuo fratello. Dio, che è nei cieli, vi conservi sani fin là e vi restituisca a me sani e salvi; il suo angelo vi accompagni con la sua protezione, o figliuolo!”. (Tb 5,15-17)
Elementi:- nello spiritual coaching deve essere il coachee (Tobia) che sceglie, in base alla propria elezione spirituale, il suo coach. In questo caso possiamo parlare di “meta-coachability”. Il Coachee sente e percepisce dentro di sè una “vibrazione” spirituale per il “pneuma-spiritual-Coach” incontrato e desidera approfondire questa conoscenza che dovrà avvenire in un dialogo di “rispondenza” e di verifica delle aspettative/esigenze. In seguito ci sarà la presentazione al committente che procede con la stabilizzazione dei compensi in modo trasparente e davanti al coachee stesso. Non ci debbono essere segreti nella fase iniziale e anche il compenso deve essere chiaramente esplicato alla presenza di committente, coach e coachee. Sarà condiviso inoltre anche l’obiettivo insieme, che in questo caso è il viaggio verso Rage di Media e il recupero della somma depositata, in modo che la trasparenza sia la massima possibile. Mentre la committenza può avere un obiettivo condiviso con il coachee è legittimo che il coachee abbia dentro di sè un target ancora più elevato e impegnativo del primo livello di obiettivo preposto e che sia compito dello spritual coach aiutarlo nel far venire alla luce il “meta-obiettivo-desiderio”.
Lo scopo dello Spiritual coach è quello di porre il Coachee nella condizione di massimo irraggiamento spirituale e la benedizione del committente la intendiamo come la partenza del cammino di coaching sotto il migliore auspicio possibile. Ovviamente qualora il committente e il coachee fossero la stessa persona tutto ciò sarebbe scontato ma nel caso in cui la situazione fosse con il committente, il caso più complesso, abbiamo la linea guida direttamente dalla Sacra Scrittura
Sessioni durante il cammino
I due giovani si incamminano e durante il viaggio Azaria riuscirà ad infondere fiducia nel giovane Tobia che non si era mai mosso da casa e temeva le avversità del viaggio perché probabilmente temute e trasmesse dai suoi genitori (Cfr Tb 5,19-23). Durante il cammino, durato tutto il giorno, i due entreranno in contatto profondamente e il coach Azaria inizia a far emergere le potenzialità di Tobia comprendendo i suoi valori e il suo carattere.
Sul far della sera, che nel linguaggio biblico rappresentano la paura e le forze del male, al giovane capita un pericoloso incidente di percorso che, grazie al suo coach, viene trasformato in un istant/work out: la cattura del pesce.
“Il giovane scese nel fiume per lavarsi i piedi, quand’ecco un grosso pesce balzò dall’acqua e tentò di divorare il piede del ragazzo, che si mise a gridare. Ma l’angelo gli disse: “Afferra il pesce e non lasciarlo fuggire”. Il ragazzo riuscì ad afferrare il pesce e a tirarlo a riva. Gli disse allora l’angelo: “Aprilo e togline il fiele, il cuore e il fegato; mettili in disparte e getta via invece gli intestini. Il fiele, il cuore e il fegato possono essere utili medicamenti”. Il ragazzo squartò il pesce, ne tolse il fiele, il cuore e il fegato; arrostì una porzione del pesce e la mangiò; l’altra parte la mise in serbo dopo averla salata.”(Tb 6,2-4)
Questa prova in cui il giovane deve lottare contro un pesce, secondo alcune recenti interpretazioni, simboleggia la lotta che il giovane deve fare contro la propria sessualità per emanciparla dal rapporto genitoriale-materno che, fino ad allora, aveva chiuso al ragazzo la strada per una possibile relazione sentimentale. Il giovane, con la guida del coach ma senza il suo aiuto materiale, nel cammino, si emancipa dalla sua adolescenza. Dopo aver compiuto questo esercizio Tobia, nella Scrittura, non verrà più definito paidarion (ragazzo) ma adelphos (fratello).
Il cuore e il fegato del pesce catturato rappresentano le proprie forze spirituali che devono essere estratte e salate. Il sale nella Scrittura rappresenta il sapore che porta lo Spirito nella vita dell’uomo (Cfr Mt 5,13-15). Estrarre da sé le migliori energie che l’anima possiede e irrorarle di Spirito è il compito del Pneuma-Spiritual coaching che non deve solo accompagnare il proprio coachee nel cammino di Coaching ma deve anche curare il suo spirito pregando per lui e ponendogli domande atte a far emergere dalla sua profondità il suo cuore e il suo fegato, elementi vitali.
Quali domande possono essere più adatte?
Il libro di Tobia ci indica che le domande che vanno alla radice sono quelle essenziali, per radice s’intende le domande che si basano sulla propria origine.
La crisi di autogoverno, che normalmente genera nel cliente la domanda di coaching , in questo caso è una “meta-crisi di auto governo”.
Il coachee sente una grande frustrazione dentro di sé perché non vede nel suo futuro nulla che possa veramente realizzarlo come lui desidererebbe.
Una sola domanda riguardante i progetti embrionali che erano nella mente del coachee in tenera età ne rivelerebbero le sue inclinazioni più remote e forse anche quelle più veritiere in quanto non contaminate dal contesto dell’esistenza e da come finora e stata vissuta.
Il creatore ci ha pensati e ci ha dato vita con un imprintig ben definito e noi, creature, saremo pienamente felici se sapremo camminare nella strada maestra pensata per noi fin dalle origini.
In questo caso la domanda sul passato non è volta a scoprire e/o a sondare aspetti negativi trascorsi ma bensì è volta al recuperare la sorgente vitale del desiderio futuro del coachee.
“il cliente viene così portato a concettualizzare i vincoli e le opportunità dei contesti in cui ha operato, e le influenze che hanno avuto direttamente o meno sul successivo accaduto, fino a vedersi quale vero ed unico protagonista della propria storia passata, ma anche presente e futura.
Per utilizzare una metafora, in questo momento il coachee è in “secca”, non ha più acqua e nel suo futuro non vede la possibilità di trovare in alcun modo la fonte sorgiva. La domanda sul suo desiderio originario è volta a ripristinare la fonte sorgiva dell’acqua nella persona per far zampillare il suo “meta-futuro”
Dopo questa domanda fondamentale sul passato occorrerà farlo lavorare sul futuro desiderato con tutte le armi da coach.
Notiamo come nella sacra scrittura “Il Coach Azaria” fa emergere in Tobia la volontà di sposarsi con la giovane Sara nonostante lei sia vittima dello spirito maligno che uccide gli sposi nella prima notte di nozze.
Questa inaspettata forza viene proprio dal dialogo che riguardano la radice dell’esistenza del giovane e dai suoi valori più intimi e profondi.
La metodologia di un coach spirituale riguarda il presente percepito, rispetto a quanto ora siamo ora lontani da ciò che pensavamo di essere/divenire e il meta-futuro desiderato per un efficace sviluppo di energia nella sessione potenziata dalla forte motivazione interna legata al suo “Senso” (direzione-significato auto-META-realizzazione)
Occorre che il coachee cerchi e trovi in se stesso il respiro della sua creazione e senta la brezza (pneuma-ruah-spirito) originaria per veleggiare verso la piena attuazione, per giungere alla piena autorealizzazione.7
Se andiamo ad analizzare la parola di Dio riportata in Tobia 6,11-19 troviamo che il brano è in forma di conversazione e non, evidentemente, riportata come sessione di coaching. Questa è la modalità narrativa che l’autore sacro ha adottato ma nulla vieta che questo colloquio venga ribattuto seguendo una modalità da Coach. Un sistema comunicativo in cui vi sia una relazione simmetrica, in cui i ruoli siano complementari e il contenuto sia asimmetrico. Una relazione facilitante e potenziata.
Preghiera del Coach a San Raffaele Arcangelo, guida dei viaggiatori
San Raffaele Arcangelo, guida divina, aiutami nel mio ruolo da coach, apri la mia mente il mio cuore e il mio spirito nell’accogliere questo mio fratello desideroso di intraprendere il cammino che lo porterà verso la piena felicità, aiutami ad aiutarlo e donami la forza e le energie per condurlo ove lui più intimamente desidera.
Fausto Bizzarri
fbizzarri@seitel.biz
Novellara-RE
Direttore commerciale – Recruiting manager & Coach presso Seitel srl
*Nota: 4 “A” della relazione facilitante nel Coaching, modello C.A.R.E.® sono concetti di proprietà intellettuale della Scuola INCOACHING.
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