Categoria: La lunga rotta

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La lunga rotta

Quando mi sono iscritta al corso, avevo messo in conto di dover sostenere un esame finale ed avevo valutato, tutto sommato, nonostante che non mi misurassi con lo studio da molti anni ormai, di potercela fare, ma non mi sarei certo aspettata di dover scrivere una tesina di fine corso.

Già lo scrivere liberamente è un’attività che non faccio da molti anni, in più su un argomento a mia scelta, che potesse andare da un approfondimento di una teoria a una riflessione personale, lo confesso, mi ha messo non poco a disagio.

Comunque, posto che, non si discute sul fatto che l’obiettivo debba essere conseguito, ho iniziato a pensare ad un possibile argomento, che potesse essere interessante per me, ma che non fosse né troppo scolastico, né troppo banale, né troppo scontato e via così…

Nel tentativo di trovare una ispirazione, sono andata sul blog di Incoaching è mi sono data alla lettura delle tesine dei corsisti che mi hanno preceduta e sinceramente la mia autostima ha subito un decisivo tracollo! Allora, ho deciso di abbandonare quella lettura e di aspettare, con orecchi ed occhi ben aperti, un input che potesse richiamare la mia attenzione e potesse farmi uscire dall’impasse.

Finalmente “l’illuminazione” è arrivata nel momento in cui ho iniziato la lettura de “La lunga rotta”, un libro di Bernard Moitessier, un grande marinaio, che ha compiuto molte imprese, solcando i mari di tutto il mondo e subito, ho visto le analogie fra il navigare per gli oceani (ovviamente in barca a vela), affrontando le mille traversie ed il viaggio di chi decide di intraprendere un percorso di Coaching.

E allora… proprio di questo tratterà la mia tesina, delle similitudini fra il processo di Coaching e la traversata oceanica, prendendo come ispirazione le imprese e la filosofia di vita di Moitessier e ripercorrendo le analogie nell’ambito del viaggio, della scoperta e della crescita personale ed il richiamo ad alcuni concetti in cui il Coaching affonda le sue radici.

Il titolo della tesina “La Lunga Rotta”, può essere interpretato come una metafora del percorso di apprendimento e crescita personale, dove il viaggio stesso è importante tanto quanto il raggiungimento della meta e dove il termine “rotta” fa riferimento sia alla navigazione in mare aperto, come descritto nel libro di Bernard Moitessier, sia al percorso di Coaching che il Coachee intraprende.

Entrambi i contesti richiedono un viaggio che può essere impegnativo, pieno di sfide e imprevisti, ma anche ricco di scoperte personali e crescita. “Lunga” viene aggiunto per enfatizzare la durata e l’intensità di entrambi i percorsi. Nella navigazione di Moitessier, “lunga” si riferisce alle sue traversate oceaniche estese e alla sua scelta di rimanere in mare piuttosto che raggiungere una meta terrestre. Nel Coaching, “lunga” indica la durata del percorso di cambiamento e sviluppo personale che può richiedere tempo e impegno significativo da parte del Coachee.

Quindi, “La Lunga Rotta” come titolo della tesina richiama l’idea di un viaggio sia nel contesto della navigazione oceanica che nel percorso di Coaching e sottolinea l’importanza di affrontare le sfide, superare gli ostacoli, scoprire se stessi e perseguire gli obiettivi.

 

“Il mio vero scopo non è raggiungere la terra, ma rimanere in mare.”

 

Così scriveva Moitessier, che sembra avesse ben chiaro quale fosse il suo obiettivo e che condivideva in pieno ciò che scriveva Nietzche “La felicità non è fare tutto quello che si vuole, ma volere tutto ciò che si fa”.
Sono molti gli spunti che ritrovo nella filosofia di approccio alla vita di questo instancabile navigante ed i molti importanti aspetti che caratterizzano il Coaching.

 

La ricerca della felicità

La prima associazione che mi è venuta alla mente è stata appunto il concetto di ricerca della felicità, che Moitessier trovava nel navigare per mare, ma che è presente anche all’interno della domanda di Coaching, poiché, nel futuro desiderato del Coachee si cela la sua personale ricerca di felicità. Nel suo libro “la lunga rotta” l’autore, descrive un viaggio che è tanto fisico quanto spirituale e, la sua ricerca della felicità, durante le traversate oceaniche trova sicuramente delle analogie con la ricerca della felicità delle persone che intraprendo un percorso di Coaching.

Vediamone alcune.

Ricerca di significato:

Moitessier cercava un senso più profondo ed una connessione con la natura nelle sue traversate, allo stesso modo, nel Coaching, le persone cercano di allineare le loro azioni con i loro valori fondamentali.

Autorealizzazione:

Moitessier cercava di superare i propri limiti, di spingersi un poco oltre e di sperimentare il pieno potenziale della sua capacità di navigare (e di quello della sua imbarcazione aggiungerei), così come nel Coaching le persone si impegnano per prendere consapevolezza ed esprimere il loro potenziale.

Equilibrio:

Durante la sua traversata Moitessier ha dovuto trovare un equilibrio fra i compiti pratici fondamentali per la navigazione e il suo bisogno di introspezione e meditazione, allo stesso modo, spesso la richiesta di Coaching è legata alla ricerca di un equilibrio fra le diverse aree della vita.

Mindfullness e Presenza:

Moitessier descrive come ha imparato ad essere presente nel momento, attento a se stesso, al suo ambiente ed alla sua barca, allo stesso modo, “prestare attenzione con intenzione al momento presente, in modo non giudicante”, vivendo l’esperienza del momento nel qui ed ora, svincolandosi dal Kronos, accogliendo il Kairos, veicola l’acquisizione di consapevolezza del Coachee.

 

Lo stato di Flow

La vita felice che deriva dalle esperienze ottimali, cioè da tutte quelle esperienze che ci coinvolgono pienamente e nelle quali ci impegniamo a fondo perdendo il senso del tempo e dello spazio, secondo Csikszentmihalyi, ci permettono di fare esperienza dello stato di Flow.

Anche in questo caso, lo stato sperimentato da Moitessier durante la sua navigazione è fortemente assimilabile allo stato di Flow, in cui la concentrazione si focalizza sulla risoluzione di problemi, sul rispondere alle condizioni mutevoli, sull’attività nel presente, tanto che pensieri ed azioni si fondono, il tempo sembra dilatarsi e si instaura una sensazione di gratificazione profonda che porta ad un benessere emotivo del navigatore.

Allo stesso modo, si può verificare un’esperienza di Flow nel Coachee impegnato nel processo di Coaching, nel momento in cui esplora le proprie idee, sentimenti ed obiettivi; le distrazioni esterne scompaiono, lasciando spazio alla riflessione ed all’azione.

 

L’autodeterminazione

Nella navigazione e nell’andar per mare, Moitissier aveva trovato il proprio Diamon ed era intrinsecamente e totalmente motivato a metterlo in atto, nonostante le difficoltà che avrebbe incontrato.

Bernard era ovviamente sostenuto da una motivazione intrinseca che gli permetteva di trovare dentro di sé la forza e la determinazione per affrontare le sfide e raggiungere il proprio obiettivo. Anche il concetto di autodeterminazione è centrale se pensiamo che navigare in mare aperto richiede un alto grado sia di autonomia nel valutare le condizioni e le situazioni, nel prendere decisioni, nel gestire la quotidianità, ma anche le emergenze, sia di responsabilità personale che di autogestione.

Anche nel Coaching, d’altra parte il concetto di autodeterminazione e di motivazione intrinseca è di fondamentale importanza, poiché la Self Determination Theory, di Deci e Ryan, ammette la possibilità “di agire con volontà e operatività (agenty) in autonomia e pieno coinvolgimento” e questo stesso concetto è fondamentale nel Coaching, poiché intrecciato con l’idea che ogni individuo ha la capacità di controllare la propria vita e di prendere decisioni autonome che influenzano il proprio cammino.

Nel percorso di Coaching per esempio è il Coachee che definisce i propri obiettivi, sia di percorso che di sessione (accompagnato dal Coach), proprio come succede per chi decide di intraprendere un viaggio in barca. Nel Coaching è il Coachee che sviluppa e fissa le strategie, le azioni ed i piani di azione e che si assume la responsabilità delle proprie azioni, proprio come avviene per il navigante.

 

Valore del silenzio

Un’altra considerazione che mi viene da fare è quella relativa al valore del silenzio sia per il navigante che per il Coachee.

Infatti, navigare attraverso l’oceano è una sfida enorme e spesso solitaria, che permette al navigatore di apprezzare il silenzio che costituisce opportunità di riflessione su se stesso, sulla propria vita, sui suoi obiettivi ed il suo percorso.

Allo stesso modo, nel Coaching il silenzio è uno strumento che il Coach utilizza per stimolare il pensiero e le riflessioni del Coachee, per agevolare il fluire del ragionamento.

Ancora qualche considerazione può essere fatta sulle analogie fra il navigare in acque oceaniche ed il Coaching, e, prendendo spunto dai racconti di Moitessier: cosa accomuna il percorso di Coaching e quanto descritto ne “La lunga rotta”?  Sicuramente in primis, il concetto di viaggio.

 

Il viaggio

Il Coaching è un viaggio attraverso il quale l’individuo si muove da uno stato di partenza, spesso caratterizzato da insoddisfazione, confusione o desiderio di cambiamento a uno stato desiderato, generalmente definito da obiettivi personali o professionali specifici.

Questo viaggio può richiedere il superamento di ostacoli personali e non, apprendimento di nuove competenze e l’adattamento a nuove circostanze.

Questo viaggio può essere pieno di incertezze e di scoperte e può richiedere al Coachee di esplorare zone sconosciute di sé, proprio come un navigatore esplora nuove acque. Ugualmente la traversata è un viaggio fisico, ma anche emotivo, un viaggio verso ciò che non si conosce, in un mare imprevedibile che può presentare sfide inaspettate.

In entrambi i casi, il viaggio non è lineare, presenta alti e bassi, progressi e ritorni, scoperte e delusioni, ma proprio attraverso questo procedere che si acquisisce la piena consapevolezza di sé.

 

Flessibilità

Nel contesto di traversata oceanica, esiste la necessità di adattarsi alle mutevoli condizioni meteo-marine e proprio per questo il navigatore deve essere pronto a modificare rotta e strategie proprio in funzione delle stesse.

Nel Coaching, si parla di accoglienza del Coachee da parte del Coach, come “accettazione incondizionata dell’altro” e di alleanza con il Coachee che è un “atteggiamento di fiducia incondizionata nel Coachee” da parte del Coach che si affianca alla sua realizzazione “senza se e senza ma”.

Nel rispetto dell’unicità del Coachee ogni percorso diviene peculiare e il Coach, pur nel rispetto del metodo sarà flessibile per esempio, nel proporre strumenti e work-in adatti e differenti per ciascun Coachee, perché ciò che è stimolante per uno può non esserlo per l’altro.

 

Superare gli ostacoli

Nel contesto della navigazione superare gli ostacoli è un aspetto inevitabile del viaggio: tempeste improvvise, guasti dell’attrezzatura e problemi di salute, possono mettere a dura prova la resilienza del navigante.
Sicuramente la capacità di rimanere concentrato sull’obiettivo finale, una forte determinazione ed una marcata motivazione, hanno consentito a Moitessier di affrontare le difficoltà.

Nel contesto del Coaching, superare gli ostacoli è un elemento importante del processo. Questi ostacoli possono essere costituiti da credenze limitanti, da comportamenti auto-sabotanti, resistenze al cambiamento o sfide personali/professionali, che devono essere identificate e superate. Come per il navigante, anche il Coachee mette in gioco volontà, determinazione e motivazione intrinseca, per riuscire a superare le difficoltà.

 

Obiettivo

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.”

 

Sia nella traversata oceanica che nel Coaching, l’obiettivo è fondamentale ed è raggiungere una “destinazione”.
Nel Coaching l’obiettivo potrebbe essere l’attuazione di un cambiamento o il raggiungimento di una meta professionale o personale e rappresenta un regolatore della condotta. La teoria del Goal Setting sostiene che l’obiettivo influenza direttamente la prestazione di una persona orientando l’attenzione, stimolando l’individuazione di strategie, mobilitando le energie sul compito. Per il marinaio l’obiettivo è raggiungere il luogo definito o compiere come nel caso di Moitessier, una rotta fissata.

L’obiettivo è definito spesso dal navigante, sempre dal Coachee.

 

Crescita personale

Durante il viaggio Moitessier ha vissuto un profondo viaggio interiore che lo ha portato a scoprire nuove verità su se stesso e sulla sua vita.
Anche il Coaching mira a favorire una crescita personale aiutando la persona a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé ed a raggiungere il suo pieno potenziale.

 

Conclusioni

In conclusione, le analogie fra il Coaching e la traversata oceanica sono molte. Ambedue per esempio richiedono una profonda riflessione sulla propria vita, la ricerca di significato, la consapevolezza di sé e l’esplorazione di nuove possibilità.

Sia il navigatore che il Coachee devono affrontare sfide impreviste, adattarsi alle circostanze mutevoli e superare ostacoli personali ed esterni per raggiungere i propri obiettivi.

Nel Coaching, l’obiettivo è accompagnare il Coachee in un viaggio di crescita personale, esplorando le proprie potenzialità, superando le limitazioni e raggiungendo una maggiore consapevolezza di sé.

Allo stesso modo, nella traversata oceanica, il navigatore cerca la sua personale realizzazione attraverso il superamento di sfide e la scoperta di nuove verità e, in definitiva, entrambi i contesti richiedono un impegno personale, una motivazione intrinseca e una forte determinazione per affrontare le difficoltà lungo il percorso.

 

“Nel viaggio in mare della crescita personale, siamo come velieri che solcano le onde del cambiamento. Sfide e avversità diventano i venti che ci spingono ad alzare le vele della consapevolezza e ad andare oltre i nostri limiti.”

 

Da questo momento, ogni volta che andrò per mare, non potrò fare a meno di ripensare al Coaching ed all’esperienza conclusa.
Un ringraziamento a chi mi ha accompagnato in questo percorso di crescita personale e professionale.

 

 

 

Lorenza Paccosi

Psicologa del Lavoro (Ordine degli psicologi della Toscana)
Coach Professionista
Prato
lorenza.paccosi@gmail.com

 

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