Categoria: Il Coaching e la PNL-U

Categoria: Il Coaching e la PNL-U

Il Coaching e la PNL-U

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Questa mia riflessione nasce da due elementi: il primo la mia costante ricerca di migliorare e/o confermare gli strumenti sino ad oggi utilizzati, in questo caso il ritrovare quelli che sono i presupposti fondamentali tanto a lungo studiati ed utilizzati, confermati da un Metodo da me ritenuto molto valido e funzionale non fa che accrescere la sicurezza della loro consistenza; il secondo elemento è “saltato” letteralmente fuori dal libro “L’essenza del Coaching” di cui cito un paragrafo:

L’esperienza professionale di coach e formatori di nuovi coach, il confronto costante con colleghi che lavorano secondo diversi approcci (coaching umanistico, sistemico-relazionale, filosofico, basato sulla programmazione neuro-linguistica, sull’analisi transazionale, ed altri ancora) …

Vediamo ora cosa hanno in comune il Coaching e la PNL-U

I PRESUPPOSTI DELLA PNL-U

1. Tutto dipende da Me.

Questo è il presupposto su cui si basa tutta la PNL-U, in questa semplice frase è racchiuso un concetto di responsabilità e presa di coscienza.
Troppo spesso diventa facile dare la colpa del proprio malessere, o dei propri insuccessi a fattori esterni; addirittura scegliere di non fare con giustificazioni del tipo:

  • Tanto non ci riuscirò mai…
  • Lui mi indispone
  • Con la sua presenza mi mette in difficoltà
  • Fa di tutto per mettermi in cattiva luce

Ma se l’approccio diventa questo, cambia sostanzialmente tutto:

  • Non ci riuscirò, almeno che non lo voglia davvero;
  • Cosa vedo di me in lui che non mi piace?
  • Perché basta la sua presenza a farmi sentire in difficoltà? Cosa in lui mi colpisce?
  • Perché gli permetto di mettermi in cattiva luce?

COACHING

Spesso è proprio il bisogno più o meno consapevole di aver ragione, di fare la “cosa giusta” e senza errore che immobilizza l’individuo e gli impedisce sia la produzione di nuove idee sia l’azione verso la risoluzione del suo problema
(L’essenza del Coaching pag. 74.)
Quindi la soluzione del problema sta nelle mani dell’individuo che a volte, ed inconsciamente, è esso stesso la fonte del problema; pertanto “tutto dipende da me” pare sia la giusta frase.

2. Ognuno ha il proprio modello del mondo.

Ogni persona ha un suo modello del mondo, ossia vede il mondo attraverso i suoi specifici filtri, e le sue sub-modalità. Questi filtri derivano da: Cultura, Conoscenza, Formazione, Famiglia di provenienza, Religione, Esperienze vissute, Esperienze raccontate, Ecc.

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COACHING

La persona legge la realtà attraverso schemi interpretativi che sono propri e personali, tendendo così a “raccontarsi” tale realtà attraverso il filtro dato dal proprio sguardo.
(L’essenza del Coaching pag. 51.)
È attraverso tale narrazione che il coach si introduce progressivamente nella realtà del cliente, nel suo modo di essere e nella sua rappresentazione del mondo…
(L’essenza del Coaching pag. 64.)

3. Non esistono fallimenti ma solo feedback.

Questo presupposto porta ad una ristrutturazione delle situazioni che viviamo; dal momento in cui accettiamo che le situazioni da noi vissute ci vogliono dare un messaggio che, nel bene o nel male è per noi, possiamo imparare da esse e da lì fare passi avanti o ricostruire se necessario. Non sono le situazioni della vita che ci fanno stare male ma il significato che noi diamo ad esse.
Ogni situazione di vita (contesto) è per sua natura, neutra.
Di ogni situazione posso ristrutturare il contesto o il significato.
Allora cambierà:

  • la mia visione del mondo
  • il mio stato emozionale
  • Il mio comportamento

COACHING

Molti degli eventi che accadono intorno a noi possono essere considerati tanto positivi quanto negativi. L’ottimismo è un’interpretazione positiva degli avvenimenti del presente, e comprende un atteggiamento positivo e di speranza verso il futuro.
(L’essenza del Coaching pag. 89.)
Restare focalizzati su un evento negativo tende ad aumentare l’ansia ed il malessere, portando ad un circolo vizioso discendente, quindi non proficuo per il coachee. Aiutare il coachee ad imparare dalle proprie esperienze e, con la totale assenza di giudizio, supportata dalle opportune domande aiutarlo a rianalizzare l’evento, potrebbe aiutarlo ad uscire da questo circolo.

4. Ogni comportamento nasce da una intenzione positiva.

Questo risulta essere il presupposto forse più difficile da digerire, generalmente la risposta è: “ma come, quella persona ha fatto del male come può esserci del positivo?”
La risposta è abbastanza semplice, il gesto di per sé può essere sbagliatissimo e su questo non discutiamo, ma la persona che ha compiuto il gesto nel SUO modello del mondo lo ha fatto per una SUA intenzione positiva.
Questo ci porta a considerare la persona davanti a noi come “Tu Ok”.

COACHING

Questo è legato allo stato del coach, il coach deve porsi in un rapporto col coachee Io Ok – Tu Ok, di non giudizio, ma soprattutto di Alleanza ed Accoglienza e, di conseguenza anche di Accettazione. Solo quando la relazione di coaching funziona il coachee potrà trarne il massimo beneficio, ma ricordiamoci che il tutto funziona solo se c’è Autenticità, in assenza della quale tutta la relazione è destinata a crollare.

5. L’effetto della mia comunicazione è la risposta che ricevo.

6. Non esiste resistenza, ma solo mancanza di rapporto.

Questi due presupposti sono strettamente legati, perché se è vero che la resistenza non esiste, ma solo la mancanza di rapporto, la domanda automatica è “Come creo rapporto?” la risposta sta nella giusta comunicazione.
Sul concetto di giusta comunicazione si apre un mondo pieno di similitudini in tantissimi metodi e/o studi; basti pensare che quasi tutti ci dicono che la base della buona comunicazione sta nell’ascolto… ma non stiamo parlando dell’ascolto con le orecchie, ma dell’ascolto di tutta la comunicazione.

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Potremmo poi entrare nelle sub-modalità, nel VAKAD, ecc.…
In PNL-U questi strumenti vengono utilizzati per ascoltare al meglio il cliente e di conseguenza per accompagnarlo alla ricerca delle sue risorse necessarie per uscire da una particolare situazione, oppure per superare dei blocchi.

COACHING

“Non è possibile non comunicare”
Se si accetta che l’intero comportamento nell’interazione tra individui ha il valore di messaggio, ossia di comunicazione, significa che comunque e qualunque cosa si faccia, sarà impossibile che tale comportamento non comunichi un qualche messaggio
(L’essenza del coaching pag. 32.)
Ogni atto comunicativo quindi, non soltanto trasmette un’informazione ma al tempo stesso attiva un comportamento
(L’essenza del coaching pag. 39.)

7. Tutti abbiamo le risorse dentro di noi.

Questo presupposto è strettamente legato al primo, dove dicevamo che tutto dipende da me, qui aggiungiamo che anche tutte le risorse, o se vogliamo, le potenzialità, risiedono dentro di noi, il nostro compito è aiutare il cliente a scoprirlo ed andare a trovarle nel momento più a lui funzionale.
Per citare qualche fonte riporto la frase di Byron Katie: Al di fuori di voi stessi non c’è nulla in grado di darvi ciò che cercate. Oppure suggerisco di leggere la frase dell’oracolo di Delfi riportata su (L’essenza del Coaching)

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Una relazione di coaching, infatti, è davvero efficace nella misura in cui il coachee, attraverso di essa, compie un vero e proprio cammino alla scoperta di sé stesso, maturando una buona consapevolezza, non solo di sé, ma anche della realtà e dei contesti nei quali egli agisce.
(L’essenza del Coaching pag. 79.)
Per utilizzare le parole di Gallwey:
“L’avversario che si nasconde nella nostra mente è molto più forte di quello che troviamo dall’altra parte della rete”

8. L’energia va dove va l’intenzione.

Se continuo a focalizzarmi e pensare a cosa “Non voglio” non farò progressi, le mie energie saranno sprecate nell’evitare gli errori e non nel fare passi avanti, per definizione l’obiettivo per essere funzionale deve essere ciò che voglio raggiungere o migliorare, solo a quel punto diventa efficace.

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Se guardiamo solamente al passato, trascuriamo un presente che potrebbe regalarci momenti felici…Il pensiero del passato o del futuro può renderci felici, ma solo se porta felicità allo stato mentale presente.
(L’essenza del Coaching pag. 90.)
E’ necessario innescare un pensiero positivo per migliorare il nostro stato attuale, e non restare su recriminazioni, sensi di colpa, ecc che possono portare ad una negatività e infelicità tale da raggiungere anche livelli di disturbo.

9. Qualunque cosa pensi di essere sei molto di più…

Una volta accettato che “tutto dipende da me” e che “dentro di me ci sono tutte le risorse” mi pare evidente che probabilmente sono molto di più di quello che credevo all’inizio del percorso, e la presa di consapevolezza di questo mi porta a cercare e sviluppare le mie potenzialità latenti…

COACHING

Sostanzialmente se diamo per assodato che il lavoro del coach è “allenare le potenzialità latenti del coachee” mi pare evidente e facile dedurre che la persona ha più risorse e potenzialità di quello che crede, vero è che per allenarle serve “l’esercizio Intenzionale” come ben spiegato nel capitolo: “Dall’individualizzazione delle potenzialità allo sviluppo del talento (pag. 108)”

10. La Realtà è una costruzione.

I nostri 5 sensi, ci fanno percepire il mondo che abbiamo intorno, tutte queste informazioni arrivano attraverso il Sistema Nervoso Centrale e in un secondo, arrivano al nostro cervello; parliamo da un milione a un milione e mezzo di pezzettini di informazioni. A livello conscio, siamo in grado di renderci conto di 5 – 9 pezzi di informazioni (in media 7) al secondo, di conseguenza, tutti noi: generalizziamo, selezioniamo, distorciamo, cancelliamo.
Non possiamo sempre essere molto specifici su ciò che percepiamo:
SELEZIONIAMO ciò che ci serve
CANCELLIAMO ciò che non ci serve
GENERALIZZIAMO senza scendere nei particolari
DISTORCIAMO: diamo diverse interpretazione della realtà

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La persona legge la realtà attraverso schemi interpretativi che sono propri e personali, tendendo così a “raccontarsi” tale realtà attraverso il filtro dato dal proprio sguardo.
(L’essenza del Coaching pag. 51.)
Qui la differenza è praticamente inesistente, non si tratta solo di una similitudine, ma addirittura delle stesse parole, come M. Erikson anche A. Pannitti e F. Rossi parlano di filtri personali ed unici, attraverso i quali passano le informazioni, dopodiché ci “Raccontiamo” o “Rappresentiamo” la realtà.

 

ALTRI PUNTI DI CONTATTO

  • A pag. 45 si parla della posizione “meta” dell’ascolto, in PNL-U si utilizza la Meta Posizione.
  • A pag. 63-64 si parla di Domanda di coaching: crisi di autogoverno, presente percepito, futuro desiderato; in PNL-U si utilizza il modello di lavoro basato su 4 posizioni: presente, Blocchi, Risorse, Futuro desiderato e serve a chiarire il senso della richiesta del Cliente.
  • A pag. 127 si parla di obbiettivi SMARTER, in PNL si parla di SMART
  • A pag. 50 il capitolo inizia con “L’uso delle domande efficaci” dicendo che attraverso l’uso delle domande il coachee viene aiutato ad acquisire uno sguardo diverso e più consapevole delle situazioni; in PNL-U si utilizza il modello di Byron Katie che è un processo di “ristrutturazione”, che si basa su 4 semplici domande:
    • Quello che pensi è vero?
    • Puoi affermarlo con assoluta sicurezza?
    • Come ti senti quando formuli quel pensiero?
    • Come ti sentiresti se non avessi formulato quel pensiero?
  • Nel capitolo “Ostacoli e Facilitatori al piano d’Azione” si parla con dovizia di particolari di cosa sono i vari tipi di ostacoli (ambientali e di processo) che si possono incontrare durante la creazione di un piano d’azione, nonché dei facilitatori. Il collegamento in questo caso è immediato con i blocchi e le risorse su cui si lavora in PNL, cambia sostanzialmente il nome ma i concetti sono molto simili, e mentre nel coaching si utilizzano le domande come chiave per abbassare il livello di ansia e aumentando la consapevolezza, in PNL si utilizzano strumenti come il modello di lavoro e gli ancoraggi per rendere consapevole (anche qui) il cliente che ha dentro di se anche le risorse per affrontare gli ostacoli, così da prepararlo all’evento.

 

CONCLUSIONI

Potrei continuare probabilmente a lungo trovando decine e decine di riferimenti incrociati, esercizi simili ecc… se solo penso alle generalizzazioni, le omissioni, le distorsioni, i Meta-Modelli di Erikson, i modelli comunicativi della Satir, le domande di Byron Katie… trovo tantissime affinità che mi portano a una piacevole conferma, nonostante l’approccio sia così diverso sostanzialmente i metodi si somigliano, ed entrambi hanno da offrire strumenti utili e importanti per consentire ottimi risultati nel lavoro con e per le persone.
Detto questo, ho iniziato ad inserire il coaching nel mio lavoro di tutti i giorni, dopo aver chiarito alle due persone scelte come Test la mia intenzione queste si sono dette felici di poter provare, sotto riporto il loro feedback dopo un paio di sessioni, una di Coaching ed una di PNL:

1) Katia:

  1. Sessione di Coaching feedback: mi è piaciuto, mi è parso di poter dire tutto quello che volevo senza nessun giudizio e nessuna forma di superiorità… Simone non mi voleva insegnare qualche cosa, non era un rapporto Adulto-Adolescente ma nemmeno di amicizia, era più un rapporto alla pari ma con chi poteva liberarsi e un “Facilitatore”. E’ stato fantastico potersi liberare in questo modo, ho tanta strada davanti ma oggi mi sento meglio.
  2. Sessione PNL: bella, anche qui non mi sono sentita messa in minoranza, bello sentirsi sempre a proprio agio e senza venir giudicati; più difficile però gli esercizi proposti ed utilizzati sono molto belli, ma li trovo difficili da utilizzare all’esterno di un luogo “protetto”, il più bello il disegno delle bolle (nd. Simone: esercizio di visualizzazione dello stato dei rapporti famigliari attraverso un disegno) mi è piaciuto ma meno.

2) Silvia:

  1. Sessione di Coaching feedback: Bello potersi sfogare liberamente e parlare di tutto la sensazione di essere davanti ad uno specchio che mi restituiva la mia immagine senza distorsioni, praticamente come con una amica.
  2. Sessione PNL-U: Devo imparare ad amarmi di più. Parola d’ordine io sono ok, se sto bene io stanno bene quelli che mi stanno attorno. Una crescita personale che consiglierei a tutti quelli a cui voglio bene. Mi è piaciuto il fare, muovermi fisicamente mi aiuta a fissare le cose, la pratica mi dà piacere.

A questo punto si potrebbe pensare che il risultato è privo di significato in quanto la prima preferisce il Coaching e la seconda la PNL-U…
In realtà per me questo è un risultato importantissimo in quanto mi conferma una mia sensazione iniziale, e cioè che entrambi i metodi sono validi e funzionali ma vanno utilizzati con le persone che li recepiscono nel modo corretto; penso che con il giusto allenamento e la giusta preparazione da parte mia all’interno delle sessioni di volta in volta integrare l’uno con l’altro nel modo più funzionale al coachee.

blank_spaziatoreQuando un uovo viene rotto dall’esterno la vita finisce.
Se viene rotto dall’interno la vita inizia.
Le grandi cose avvengono dall’interno.
(Sun Tzu)

 

Salogni Simone
Life & Business Coach
Cornate d’Adda (MB)
simone@al-be.eu

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