
Il Coaching basato sulla Psicologia del Benessere: un metodo per potenziare performance e benessere psicologico
“Come posso aumentare la mia autostima? Come posso smettere di procrastinare? Come capire cosa voglio veramente fare nella vita?”
Il mondo frenetico e competitivo in cui viviamo ci impone sempre più spesso di raggiungere risultati eccellenti, sia a livello personale che professionale. Ma come possiamo superare gli ostacoli che non ci permettono di raggiungerli? Cosa succede quando il perseguimento esclusivo della performance mette a rischio il nostro benessere psicologico? È qui che entra in gioco il Coaching basato sulla Psicologia del Benessere, un approccio innovativo che facilita il raggiungimento degli obiettivi e tiene in considerazione il benessere psicologico degli individui.
Semplificando, gli obiettivi più comuni che vengono portati all’interno di un percorso di Coaching si possono racchiudere in due categorie principali:
1. Obiettivi di performance, tesi allo sviluppo di capacità utili ad aumentare le performance (di studio, lavorative, sportive…)
- Migliorare la gestione del tempo e apprendere strategie per eliminare la procrastinazione
- Sviluppare competenze di leadership per guidare efficacemente i team e influenzare positivamente i colleghi
- Migliorare le capacità di concentrazione durante una gara sportiva
- Migliorare le abilità di comunicazione per facilitare la collaborazione e la negoziazione efficace all’interno di un Team
- Aumentare la capacità di gestire lo stress prima di una competizione
2. Obiettivi di benessere, diretti a un aumento complessivo del benessere psicologico
- Aumentare l’autostima e la fiducia in sé stessi
- Migliorare le relazioni interpersonali e le abilità di comunicazione
- Capire quale strada intraprendere nella propria vita
- Trovare un equilibrio tra lavoro e vita personale
- Gestire lo stress quotidiano e l’ansia in modo più efficace
- Sviluppare nuove abitudini e comportamenti sani
- Aumentare la motivazione e la determinazione per raggiungere gli obiettivi desiderati
La prima categoria di obiettivi viene generalmente trattata attraverso quello che viene definito “Performance Coaching”, il quale si concentra sul raggiungimento di obiettivi specifici, miglioramento delle competenze, potenziamento delle prestazioni lavorative e sviluppo delle capacità necessarie per ottenere risultati misurabili. La seconda categoria fa invece riferimento all’ambito del “Transformational Coaching”, che si concentra sullo sviluppo personale e sulla scoperta di nuove prospettive e valori, mirando a consentire una crescita personale e un senso di realizzazione più ampio.
Ma facciamo un passo indietro: cosa intendiamo per Coaching? Che cos’è la Psicologia del Benessere?
Due discipline differenti, ma complementari
Tradizionalmente la Performance e il Benessere psicologico sono state il rispettivo focus del Coaching e della Psicologia del benessere, ma di cosa si tratta?
Il Coaching, definito dall’International Coaching Federation (ICF) come una “Partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale”, è quindi un processo di supporto individuale in cui un Coach aiuta una persona a raggiungere i propri obiettivi, esplorare le proprie potenzialità e sviluppare nuove competenze attraverso un dialogo strutturato, domande ed esercizi.
In termini metaforici il Coaching può essere visto come un treno che accompagna il Coachee (ovvero il cliente) a passare dalla sua stazione di partenza alla stazione di arrivo desiderata. All’interno di questo percorso sono previste diverse fermate intermedie in cui Coach e Coachee dialogano e si esercitano con il fine di facilitare il Coachee nel raggiungere la propria destinazione.
La Psicologia del Benessere, anche conosciuta come “Psicologia Positiva” (Seligman & Csikszentmihalyi, 2000), fa riferimento a quell’ambito di studi e ricerca scientifica che si occupa di studiare i processi psicologici e i comportamenti che promuovono il benessere delle persone. Unisce teorie che spiegano ciò che ci rende felici e soddisfatti a interventi concreti per incrementare le emozioni positive e avvicinarci alla nostra autorealizzazione. Questa disciplina si occupa quindi di studiare cosa determina e come facilitare il raggiungimento del funzionamento ottimale degli individui, anche chiamato “Stato di Flourishing” (Keyes, 2002)… ma cosa significa?
Lo stato di funzionamento ottimale
Uno dei modelli più interessanti che ci offre la Psicologia Positiva è quello del “Complete model of mental health” (Keyes, 2002), il quale descrive la salute mentale non solo come assenza di malattia o disturbo, ma piuttosto un continuum di benessere psicologico che può essere misurato in base a diversi fattori positivi, tra cui la presenza di emozioni positive, il senso di scopo e significato nella vita, la capacità di relazionarsi positivamente con gli altri e la capacità di affrontare le sfide che incontriamo quotidianamente. Partendo da questa idea l’autore sostiene che esistano persone in stato “stagnante” (Languishing) e in stato “fiorente” (Flourishing), i quali sono indipendenti dall’avere o meno una malattia o un disturbo psicologico.
La teoria del flourishing riconosce quindi che, nonostante l’assenza di disturbi, ci possono essere persone:
- “Stagnanti” (Languishing): prive di motivazione, senza una direzione chiara nella vita, bloccate e insoddisfatte nel proprio stato emotivo e nelle proprie esperienze quotidiane.
- “Fiorenti” (Flourishing): con un senso di significato e realizzazione personale, relazioni soddisfacenti, esperienze positive e uno stato di benessere generale e autorealizzazione
Questo modello risulta interessante in relazione all’integrazione tra Coaching e Psicologia del Benessere, perché indica la direzione verso cui possono dirigersi congiuntamente le due discipline: lo stato di funzionamento ottimale degli individui, il Flourishing.
Il Coaching basato sulla Psicologia del Benessere
Dall’integrazione tra Coaching e Psicologia del benessere può nascere un intero che è superiore alla somma delle parti, una sinergia in cui 1+1 = 3.
Questa integrazione strategica ottimizza il processo di raggiungimento degli obiettivi e amplia le possibilità di azione all’interno di un percorso di Coaching. Ma com’è possibile unire questi due ambiti?
Immaginiamo il Coaching basato sulla Psicologia del Benessere come un viaggio in cui la persona parte da un punto A e ha come destinazione un punto B, rappresentato dall’obiettivo desiderato. In questa metafora possiamo pensare al Coach come un compagno di viaggio che affianca il viaggiatore lungo il percorso, fornendo sostegno e strumenti per aiutarlo a raggiungere la meta desiderata. D’altra parte, la Psicologia del Benessere rappresenta una “cassetta degli attrezzi”, uno zaino trasportato dal Coach con al suo interno risorse estremamente importanti per la persona. All’interno di questo zaino troviamo, in primo luogo, mappe che indicano i migliori percorsi per raggiungere l’obiettivo desiderato tenendo conto del benessere e dell’equilibrio del viaggiatore lungo il percorso, e in secondo luogo strumenti (rimanendo nella metafora: funi, ganci, torce), che possono aiutare il viaggiatore, il Coachee, a superare ostacoli e a farsi luce nel buio per raggiungere la propria destinazione più agevolmente.
Sintetizzando, la Psicologia del Benessere sinergizza con il Coaching attraverso due modalità principali:
- 1. Fornendo tecniche e strumenti scientificamente riconosciuti per facilitare il raggiungimento degli obiettivi del Coachee
- 2. Offrendo teorie scientificamente validate per esplorare le aree che influenzano maggiormente il benessere del Coachee
L’unione tra Coaching e Psicologia del Benessere porta quindi un grande vantaggio al Coachee, aiutandolo a raggiungere i propri obiettivi in modo più facile e senza compromettere il suo benessere.
All’interno di un percorso di Performance Coaching l’approccio di Psicologia del Benessere agisce come l’olio nel motore di una macchina, riducendo l’attrito e facilitando così il raggiungimento dell’obiettivo. Uno studente che vuole completare la tesi, può infatti trarre vantaggio da un approccio scientifico che gli fornisce strumenti per mantenere la sua motivazione durante il percorso.
All’interno di un Transformational Coaching, la Psicologia del Benessere fornisce teorie, mappe che permettono di esplorare le aree collegate al benessere psicologico del Coachee. Un Coachee che si impegna in un percorso di Coaching Trasformativo con il desiderio di ottenere un cambiamento significativo nella sua vita e un maggiore senso di realizzazione personale può trarre vantaggio dalle teorie di Psicologia del Benessere, che lo guideranno nell’esplorare quali sono le aree più rilevanti che influenzano il suo benessere psicologico. Ad esempio, potrebbe emergere durante il percorso di Coaching come area critica quella dell’autostima e dell’autoaccettazione, di conseguenza si potrà lavorare congiuntamente per sviluppare una visione positiva del Coachee.
Il Coaching basato sulla Psicologia del Benessere è ancora all’alba del suo percorso. Seppure si contino già quasi 200 pubblicazioni scientifiche che hanno integrato elementi di Coaching e di Psicologia del Benessere all’interno delle proprie ricerche (Green & Palmer, 2018), il terreno è ancora fertile e rimangono ancora numerose possibili combinazioni di queste due discipline da scoprire. Il messaggio fondamentale da trarre è che il sogno di un approccio scientificamente fondato che ci guidi verso il nostro stato ottimale, potenziando le performance e il benessere, non è più un’utopia. Prendendo a prestito una frase del padre della Psicologia Positiva, Martin Seligman, possiamo dire che il Coaching basato sulla Psicologia del Benessere rappresenta l’intervento di elezione per aiutare le persone a realizzare il loro pieno potenziale e, ad aiutarci così, a vivere una vita degna di essere vissuta.
Federico Trocino
Well-being specialist
Milano
ft.wellbeingspecialist@gmail.com
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