Categoria: I GOT A MAGIC IN ME

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I GOT A MAGIC IN ME

Il coaching, quale scoperta del proprio unico potenziale

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Alla vita che come un coach
mi sta guidando alla scoperta di
un arcobaleno di esperienze uniche
destrutturando schemi mentali preconfezionati

 

1. Il primo volo inconsapevole

Tutto inizia, secondo la mia memoria, a 7 anni, quando sulla mia strada plana con quel suo volo radente, potente e luminoso, il libro “Il Gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach.
Chi avrebbe immaginato che nella sua leggerezza e brevità ci sarebbe stato così tanto valore?! Quale era il valore? Quello che, il Gabbiano Jonathan Livingston, rappresentava e rappresenta, ancora oggi, per me: la scoperta di quella parte unica che vive nel profondo di ogni individuo e che lo caratterizza.
L’effetto di tale incontro è semplice ma nel contempo illuminante, perché a 7 anni avevo scoperto che:

  • esisteva un’essenza in me. Non avevo capito cosa era nello specifico, ma sentivo che, anche io, avevo un qualcosa di unico e lo volevo scoprire;
  • esiste un percorso che permette, ad ogni essere umano, di entrare in contatto e toccare con mano il proprio unico potenziale che oggi riconosco essere il percorso di coaching;
  • scegliendo quel libro, avevo scelto inconsapevolmente il coaching, un percorso di scoperta di sé profondo nella sua semplicità, veloce e nel contempo di grande valore.

 

2. Il potenziale ed il talento

A 7 anni, inizio a fare i primi passi nell’esperienza della vita……ma c’è qualcosa che non mi torna. Tutti dicono cosa devo o non devo fare (la scuola e la società sono impostate in tal modo) ma io sento che voglio esprimere me stessa. Oggi comprendo che, già a 7 anni, mi piaceva la parte maieutica del fare esperienza cioè mettersi in silenzio nello stato del tempo kairos “un tempo nel mezzo” (un momento di un periodo di tempo indeterminato) nel quale “qualcosa di speciale” accade cioè l’espressione di sé in un dialogo attivato da domande…..il coaching era già in me.

Ma io non so cosa è dentro di me e così inizio ad imparare, secondo i dettami della società, a delegare a chi è più grande di me, a chi ha più esperienza di me di dirmi chi sono e cosa devo fare. Gli altri raccolgono tale delega ed iniziano a sfornare una quantità di risposte impressionanti ma nessuna di essa mi soddisfaceva fino in fondo, perché non teneva conto della mia essenza, ma solo dell’idea che tutti loro si stavano facendo di me, quindi il mio valore si stava formando su un terreno instabile perché era fuori di me invece di essere dentro di me.

Ad oggi comprendo cosa non mi tornava e quindi quanto sia importante per un coach rimandare sempre una delega. Il coach, nel rimando della delega, unita ad occhiali speciali del non giudizio, in una danza armonica di alternanza tra silenzio e domande efficaci, può creare e mantenere uno spazio vitale di accoglienza che favorisce l’espressione massima del coachee.

In tutto questo caos, inizia a formarsi il mio potenziale inconsapevole ed inizio ad acquisire competenze, a comprendere le mie capacità e a strutturare la mia parte psicologica, sociale, biologica, energetica, spirituale, etc.. in quanto essere umano.

“…quello che occorre è solo un’ala corta e, allora, basterà che io tenga raccolte le mie ali….e che ne adoperi soltanto l’estremità…..imparò a sfruttare i venti d’alta quota e portarsi nell’entroterra….e a far pranzo con insetti saporiti……Egli imparò a volare e non si rammaricava del prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì che erano la noia, la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano”

Così, crescendo, decido di portare alla consapevolezza e a esprimere il mio potenziale in quanto, come il Gabbiano Jonathan Livingston, voglio imparare a volare e scopro:

  • che inizio a portare alla consapevolezza e a discernere i miei valori da quelli dettati dalla società, così che l’esperienza di vita sia più la mia che non quella che gli altri vorrebbero per me;
  • l’Eudaimonia cioè quello che i greci definiscono lo stato di felicità che si prova in un senso di autorealizzazione;
  • che le attitudini sono la disposizione innata o acquisita – fisica, psicofisica – psichica che rende possibile o facilita lo svolgimento di particolari forme di attività (def. Treccani);
  • la differenza tra competenza fredda e competenza calda e che il talento si esprime manifestando la propria essenza sorretta il più possibile da competenze calde.

Il percorso di coaching per il coachee non è certamente facile! Mettere in pratica quanto acquisito fino a quel momento significa, poi, riuscire ad esprime il proprio talento per raggiungere l’autorealizzazione e lo stato di Eudaimonia. Come nello sport, anche nella vita personale e/o professionale, l’allenamento gioca un ruolo fondamentale ed il coach rappresenta quell’allenatore che guida il coachee a mettere insieme le proprie note alte e basse portate alla consapevolezza durante il percorso di coaching, per unirle in una sinfonia armonica così che il coachee possa suonare la propria unica musica.

 

3. La spirale circolare evolutiva dell’alfa e dell’omega

“……Jonathan volava librato, solo ed in pace con se stesso, nel libero cielo che lui tanto amava. I due gabbiani che, ad un tratto, gli comparvero accanto, erano candidi come la luna e dalle loro piume emanava un chiarore blando, suadente…..veniamo dal tuo stormo Jonathan. Siamo fratelli tuoi….siamo venuti per condurti più in alto…..hai terminato un corso d’istruzione e ne incomincia un altro per te, adesso……Avevano ragione…..lui poteva volare più in alto….i gabbiani della costa, una dozzina, gli volarono incontro…..lui avvertì che era il benvenuto….”

Passando dalla Birmania, arrivo sui navigli milanesi in una splendida giornata di sole l’ 8 maggio 2015. Incontro Alessandro e Franco ed una splendida dozzina di miei simili per essere precisi 14: Andrea, Antonio, Cinzia, Davide, Elia, Fabio, Giulia, Giuseppe, Jacqueline, Marcella, Mirta, Nicola, Simone e Simone.…..iniziamo un viaggio insieme in un posto dove si può volare più in alto……il coaching!

Così inizio a dare un senso ai miei obiettivi, focalizzandomi sul grado di attivazione ed impegno, sulle potenzialità e le competenze, sul senso di autoefficacia, sull’ambiente in cui sono inserita fatto di contesti e relazioni ostacolanti e facilitanti, al fine di rendere i miei obiettivi SMARTER (specifici, misurabili, rilevanti, temporali, ecologici e registrati).
Un viaggio è finito ed un altro è appena cominciato, secondo il ritmo della spirale circolare evolutiva delle esperienze di vita. Le interferenze, fatte da convinzioni, blocco del pensiero logico, ed emotive quali la paura, il dubbio ed il giudizio, nella vita ci saranno sempre, ma vale la pena conoscerle e dialogare con esse, per ridurne al minimo l’impatto e guidare se stessi e gli altri a sviluppare un potenziale da cui si impara divertendosi, così da scoprire il proprio talento e riuscire a vivere il più tempo possibile in uno stato di benessere e felicità, lo stato di Eudaimonia.

 

Riferimenti bibliografici
– Alessandro Pannitti, Franco Rossi, L’Essenza del coaching, Ed. Franco Angeli, Milano 2012
– Richard Bach, Il gabbiano Jonathan Livingston, Ed. Rizzoli, Milano, 1975

 

Virginia Lazzati
Responsabile del Personale
Business & Life Coach
Milano
lazzativirginia@gmail.com

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