Categoria: Diventare Coach: lo sguardo è sull’ottimismo realistico.

Categoria: Diventare Coach: lo sguardo è sull’ottimismo realistico.

ottimismo realistico

Diventare Coach: lo sguardo è sull’ottimismo realistico.

“Dovunque in un individuo domini feconda la legge di una unità superiore essa si afferma in modo sensibile e virtuoso in tutti gli elementi della sua personalità: nel linguaggio, nell’aspetto, nell’azione, nel lavoro e nella vita” (*).

A partire da questa prospettiva, poiché tutto tiene insieme, diventare Coach presuppone la conquista di una specifica natura di sguardo: la verità è nell’esercizio del sentire, secondo pratiche di ottimismo realistico.

 

Qual è dunque l’inclinazione di attenzione che qualifica un Coach?

Di primo è possibile affermare che l’essere Coach implica una sensibilità speciale. La si potrebbe considerare muscolare nella misura in cui può essere allenata e stimolata per un agire professionale capace di intercettare e di potenziare ciò che in un individuo è più vitale, luminoso, fecondo e dinamico.
Se lo sviluppo del potenziale umano rappresenta per un Coach la principale cornice di senso, il suo ottimismo realistico ne regge il metodo quale faro volto ad illuminarne la pratica quotidiana.

Ecco un aspetto da cui non si può prescindere e che un Coach è tenuto a padroneggiare con sicurezza e accuratezza. In forza di questa tendenza, se il Coaching si rivela essere una pragmatica della catarsi del Coachee è perché lo sottende una specifica precondizione in capo al Coach: saper guardare il mondo dell’altro con occhi spalancati al molteplice che lo rappresenta e che ne qualifica la sua ricchezza.

E ancora: se essere Coach presuppone allearsi e divenire promotori del cambiamento/miglioramento, occorre allora saper stimolare l’altro verso una spiccata capacità di abitare il reale, a partire dai dati e dai fatti, per poi oltrepassarla mediante un atteggiamento virtuoso di ottimismo e positività. Il tutto permette di spostare l’asse di consapevolezza e di azione del Coachee, dal concetto di limes al concetto di limen. Se per limes si intende ciò che ha un confine definito e ancora ciò che è già saputo, già normato, già vissuto; per limen ci si riferisce piuttosto a una linea di passaggio, di trasformazione e di possibilità. L’uno evoca una chiusura e con essa il ricco catalogo delle convinzioni e degli schemi mentali; l’altro si definisce attraverso una apertura sorretta dalla disposizione alla scoperta, alla sorpresa, alla fiducia.
In tal senso, le pratiche di ottimismo realistico conducono il Coachee ad agire un passo oltre l’ostacolo, senza per questo negare la presenza di elementi depotenzianti o disfunzionali che siano, tuttavia imparando prima ad accettarli e poi a gestirli.

 

Caratteri di un ottimista realistico

Di seguito alcuni elementi che sorreggono tale prospettiva di sguardo, capaci al contempo di alimentare alcune domande efficaci:

  • La mobilità è determinata da una sequenza dinamica di repleti cambi di posizione. Chi vive con ottimismo realistico si affida fiducioso allo spettacolo del visibile e del reale in funzione della prospettica che permette di ancorare il futuro desiderato alla dimensione del qui ed ora.
  • Il soggetto pensa e abita l’azione attuando costantemente il passaggio dalla prospettiva sull’imperfezione a quella di completezza, perfezionamento e di miglioramento.
  • Il soggetto sa accogliere il dubbio, l’incertezza, la fragilità umana, il suo disorientamento quali possibilità e opportunità feconde e imprevedibili di evoluzione.
  • La mente del soggetto è consapevole circa la porosità della vita e per questo è capace di cogliere le sfumature dell’esistenza. Sfugge di conseguenza, in forza del suo autocontrollo, dalle polarizzazioni e dalle etichette mentali; la sua parola ed azione diventano occasioni di mediazione, connessione, comprensione.
  • Il soggetto sceglie di misurare la propria vita in misura di determinati indicatori di umanizzazione quali flessibilità, fiducia, compassione, empatia, autenticità, generosità, alleanza, etica.
  • La forza, l’energia e la proattività del soggetto si struttura sopra lo sviluppo del pensiero critico e creativo.
  • Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Le pratiche di ottimismo realistico presuppongono la capacità di agire un salto, conducendo il proprio focus attentivo oltre ciò che è mancante, difettoso, difficile, impossibile, vuoto o vacuo, per poi focalizzarsi verso ciò che è pieno, consistente, fecondante, potenziale e possibile.
  • Il soggetto è capace di discernere tra le cose che è in grado di controllare e quelle che non dipendono da lui, accettando ogni volta la scommessa e la sfida che discende da ciò che è insolito, instabile e irrisolto.
  • Il soggetto non dipende incondizionatamente da ciò che accade, a partire dal principio per cui non siamo le nostre esperienze ma ciò che di queste esperienze facciamo, in funzione della percezione di esse e della loro interpretazione.
  • Il soggetto individua il problema, lo analizza, ma immediatamente si organizza per la sua soluzione. Ogni problema diviene per lui occasione di nuovo apprendimento.

Per tutti questi motivi la Scuola Incoaching impegna il suo tempo formativo per educare al meglio i futuri Coach affinché possano divenire abili professionisti nelle pratiche di ottimismo realistico.
Se stai pensando di diventare un coach puoi visitare il nostro link per approfondimenti clicca qui. Siamo a disposizione per un ogni tipo di necessità informativa.

 

(*) Scrittore e biografo Stefan Zweig, tratto dal libro “Uomini e destini”

 

In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®

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