Categoria: Diventare Coach: come sviluppare l’abilità dell’ascolto nella pratica di Coaching

Categoria: Diventare Coach: come sviluppare l’abilità dell’ascolto nella pratica di Coaching

Diventare Coach: coem sviluppare l’abilià dell’ascolto nella pratica di Coaching.

Diventare Coach: come sviluppare l’abilità dell’ascolto nella pratica di Coaching

Dal linguaggio alla esperienza

Quello che i Coachee portano in sessione, nella maggior parte dei casi, è una domanda di cambiamento. Un bisogno che attraversa il dialogo tra Coach e Coachee e che si alimenta di rispetto, alleanza, presenza, autenticità.

Eppure, c’è un filo conduttore che sottende alla dinamica di un dialogo trasformativo, senza il quale non ci sarebbe una pratica di Coaching: mi riferisco all’ascolto attivo da parte del Coach, in assenza del quale i parlanti si rendono incapaci di reciprocità.

Trattasi di una fase fondamentale dell’atto comunicativo che attrae la vulnerabilità del Coachee, la solleva per renderla visibile, dona spazio alla sua accettazione, permette di elaborarla, di legittimarla e poi di lasciarla andare quando è la parola stessa del Coachee che oltrepassa lo spazio di silenzio per darsi nome e valore.

 

Audire sentito

Quello che si concentra in atto di ascolto attivo da parte del Coach sono presenza, tempo e dono dello spazio intimo, sui quali si alimenta uno degli allenamenti più importanti nel Coaching.
Il tutto avvien nel seguente modo:

  • La presenza per dire all’altro che ci siamo, presenti in senso fisico ed empatico. Trattasi di una prossimità che accoglie, tutela, scambia.
  • Il tempo concesso all’altro attraverso la pratico dell’ascolto/silenzio: il tutto per favorire nel Coachee la presa di contatto con il suo sentire e pensare, un tempo di silenzio che gli permette di esplorare sè stesso senza pressione, in totale libertà di sé senza essere occupato da una prestazione di risposta immediata oppure condizionata.
  • Il dono risiede nella posssibilità di una comunicazione trasformativa ed efficace nella misura in cui il silenzio del Coach permette al Coachee di raggiungere insight di consapevolezza.

Attraverso l’ascolto attivo l’accoglienza si leva ad alleanza, tale per cui tra Coach e Coachee si sviluppa nel tempo una fiducia funzionale al processo di cambiamento.
Sappiamo bene quanto la fiducia all’interno di una relazione sia la base di un possibile accordo empatico.
Se non fosse per un audire sentito la pratica di Coaching non si concilierebbe con l’essere un processo di affiancamento e di attivazione di positività, di apertura, di creatività dalla qualità auto-rigenerante. Ascoltare l’altro è tensione verso l’atto del comprendere, dell’accogliere, dell’includere. 

La pratica dell’ascolto attivo ci richiamo tutti ad un quesito: voglio esserci nella relazione? Quanto voglio esserci per l’altro? Come voglio esserci nel dialogo?

Se vuoi approfondire l’argomento leggi l’articolo “Ascoltare le parole è un audire sentito”.

 

In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®

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