
Diventa un Coach creativo: inizia ora il tuo percorso di successo
Looking glass self
Sono d’accordo con Jung: “È creativo colui che riesce ad emanciparsi dalla propria individualità per divenire interprete di mondi che in lui inconsciamente si attivano”.
Poiché al centro di tutto il Coaching pone il valore, il potenziale, l’unicità del Coachee, il lavoro di un Coach non può che prescindere dalla sua creatività riflessiva ed empatica.
Nello specifico, abbracciare una professione in chiave creativa significa propriamente chiamare in causa e interpellare con costanza la propria soggettività in tutta la sua complessità: non solo il modo in cui ci approcciamo agli ostacoli e ai limiti con il pensiero ma anche in autocontrollo affettivo-motivazionale, tale per cui ogni Coach è tenuto a rimanere aperto e recettivo verso le variabili che l’esperienza dell’incontro con l’altro ci pone.
In questo modo ogni Coach è esposto a misurarsi più da vicino in ordine alla propria flessibilità, intensità e originalità di formulazione delle nuove idee, ovvero è sollecitato dalla relazione con il Coachee a rimanere in contatto sempre con la propria soglia creativa. Senza mai dimenticarci che creare comporta il discernere, cioè, scegliere fra tutte le combinazioni quelle più feconde, originali, innovative.
Allenarsi alla creatività
A scuola di Coaching si sperimenta subito la propria intelligenza creativa: proprio la “cassetta degli attrezzi” di cui ogni Coach dispone, in funzione delle proprie preferenze di metodo, di linguaggio, di strumento, costituisce già un atto creativo, affinché risulti il più idoneo e coerente rispetto alle esigenze specifiche del Coachee. Per questo motivo una cassetta degli attrezzi non finisce mai di arricchirsi.
Secondo lo psicologo Sternberg la creatività è composta da tre processi psicologici correlati tra loro:
1. La codificazione selettiva che attiene alla capacità di selezione delle informazioni rilevanti rispetto a quelle che non lo sono.
2. La combinazione selettiva che attiene alla capacità di collegare e combinare le informazioni in un insieme unitario.
3. Il confronto selettivo quale capacità di mettere in relazione informazioni nuove con quelle già apprese e risolvere per analogia.
La creatività costituisce il punto di connessione tra questi processi e lo stile cognitivo-professionale che ne deriva qualifica una specifica organizzazione mentale.
In quest’ottica non dobbiamo dimenticare che la creatività riveste un ruolo centrare sia nella ricerca di soluzioni innovative ( problem solving), sia nell’analisi di tematiche complesse ( problem making).
Novak ce lo ricorda bene: “la creatività è la prima risorsa che ci è stata donata dalla natura umana”.
Ma questa è un’altra storia.
Se vuoi approfondire l’argomento leggi “La creatività del Coach”.
In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®
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