
Dalla Psicosintesi al Coaching
Introduzione: qualcosa di me
La mia crisi di autogoverno è arrivata come uno tsunami nel 2018 mettendo le radici qualche anno prima, tra il 2012 e il 2015, quando è terminata una relazione sentimentale per me molto importante. Avevo 43 anni nel 2015 e a quell’età è davvero dura rialzarsi. Pensavo di avercela fatta o comunque di essere sulla buona strada, dopo tre anni, quando – a causa di una caduta in bicicletta – mi sono fratturata il bacino. Ricordo ogni istante di quel sabato 7 luglio 2018, iniziato come tanti altri, e terminato con il ricovero in ospedale di una settimana.
Vivendo da sola, non potevo tornare a casa, avevo bisogno di assistenza. Quindi pensai, come forse sarebbe stato naturale per chiunque, di trasferirmi in Liguria a casa dei miei genitori che, seppur di una certa età, avrebbero potuto darmi una mano. Era il 13 luglio e la mia vita da lì in poi non fu più la stessa. Dovetti stare circa 40 giorni a letto e, al di là dei dolori fisici soprattutto notturni, quel letto fu per me una sorta di platea da dove ho potuto rivivere e rivedere dinamiche familiari che avevo accantonato da qualche parte e che prepotentemente, e inevitabilmente, si presentavano davanti ai miei occhi. Al “teatrino” si aggiunse anche mio fratello, con compagna e figlio, per una decina di giorni. I personaggi si avvicendavano sul palco, intorno al mio letto, ma soprattutto lontano da esso, e io potevo solo fare da spettatore inerme.
Quando tutto ciò ebbe fine, tornai a casa mia, a Milano e, ai primi di settembre, partii per 15 giorni in “vacanza – studio” a San Francisco, programmata da tempo. Fu un azzardo con le mie condizioni fisiche, ma probabilmente il mio inconscio lo riteneva necessario. Tornai, ripresi le attività consuete, lavoro e fisioterapia che non avevo potuto fare prima, ma ben presto quella crisi di autogoverno scoppiò con tutto il suo fragore. Non riuscivo più a capire cosa stava succedendo: crisi esistenziale o cosa? Niente più mi dava soddisfazione, piangevo spesso, non trovavo una via di uscita.
Fino a quando, nel 2019, una mia amica mi propose di iscrivermi a un percorso di Psicosintesi presso la Comunità di Etica vivente.
La Psicologia mi è sempre piaciuta: rimasi affascinata dall’Analisi transazionale conosciuta nel 2000 in un master, mai approfondita. Tuttavia, anche se non ne avevo la minima idea di cosa si trattasse, avevo l’impressione che proponessero qualcosa di diverso. Considerando la razionalità e la pragmaticità dell’amica che mi stava proponendo di fare quel percorso con lei, accettai curiosa e confidente che la sua opinione in merito fosse degna di fiducia.
Lungi da me scrivere “di Psicosintesi”: l’ho fatta, l’ho vissuta e cerco di sperimentarla sempre, ma non si può spiegare se non la si vive. Mi ha travolto e stravolto, rivoltata come un calzino. Dopo tre anni, ho pensato di voler continuare in un’altra direzione anche dal punto di vista professionale e ho iniziato a cercare qualcosa che potesse darmi una spinta per cominciare. Casualmente (oppure no?), una mia amica mi parlò di alcuni incontri con il suo coach, per risolvere delle questioni personali. Mi informai sull’argomento e cercai in rete una scuola di formazione per diventare coach.
Leggendo la presentazione sul sito di Incoaching srl, lo trovai molto interessante, mi iscrissi e fin dal primo incontro trovai delle assonanze che mi risuonavano dentro, come se certi argomenti li avessi già trattati.
Obiettivo
L’obiettivo di questo articolo è accostare alcuni aspetti della Psicosintesi e del Coaching intesi come metodo e strumento per lavorare su di sé e per aiutare gli altri a fare altrettanto, che io considero similari.
Definizioni
La Psicosintesi è una pratica terapeutica e di sviluppo personale fondata dallo psichiatra italiano Roberto Assagioli nei primi decenni del secolo scorso. La Psicosintesi si basa sull’idea che ogni individuo abbia un nucleo centrale di coscienza che può essere sviluppato attraverso diverse tecniche;
il Coaching è un “metodo di sviluppo di una persona, di un gruppo o di un’organizzazione che si svolge all’interno di una relazione facilitante, basato sull’individuazione e l’utilizzo delle potenzialità per il raggiungimento di obiettivi di miglioramento/cambiamento autodeterminati e realizzati attraverso un piano d’azione” (da “L’essenza del Coaching” di A. Pannitti e F. Rossi).
Alcuni punti in comune
Ho trovato diversi punti in comune tra la Psicosintesi e il Coaching poiché entrambi sono orientati alla crescita personale e alla realizzazione di obiettivi autodeterminati. Alcuni esempi:
- 1. focus sull’individuo: sia la Psicosintesi che il Coaching si concentrano sull’individuo e sul suo potenziale, fornendo supporto e guida per aiutare le persone a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie risorse interiori, nonché per raggiungere i propri obiettivi.
Esplorazione e Conoscenza.
Nel coaching, nella fase di esplorazione, il Coach raccoglie informazioni tramite la narrazione del Coachee che si racconta nelle tre dimensioni temporali:
- passato: scelte e azioni fatte
- presente: percezione personale delle situazioni, ambiente ed emozioni vissute e viventi
- futuro: cambiamento e/o miglioramento desiderato.
In Psicosintesi, con il supporto di uno psicologo psicosintetico, è l’individuo che si deve esplorare in autonomia, basando la sua esplorazione sul reale (e non immaginario), sulla propria motivazione al cambiamento (quanto è importante) e sull’intenzione (di realizzazione) per fare una fotografia della sua attuale situazione, cercare di capire qual è il suo disagio e se effettivamente vuole risolverlo.
- 2. Approccio integrato: sia la Psicosintesi che il Coaching utilizzano un approccio integrato alla conoscenza di sé e alla crescita personale, incorporando diverse tecniche e strumenti per aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi in modo efficace e sostenibile.
Elaborazione e Possesso.
Nel Coaching, nella fase di elaborazione, il Coach aiuta il Coachee nella ricerca e nella definizione della soluzione che il Coachee non riesce a trovare da solo. Attraverso le domande, i rimandi e i chiarimenti il Coach stimola il Coachee a fare chiarezza, aiutandolo a capire che “il maggior nemico è spesso l’incapacità di distinguere tra loro fatti e dati oggettivi; opinioni e giudizi personali; l’esclusione a priori di un’opzione; gli schemi di pensiero e di azione acquisiti”. Il Coach aiuta il Coachee a individuare le risorse che ha a disposizione per agire.
Nella Psicosintesi, attraverso l’esplorazione che l’individuo è chiamato a fare dentro di sé, egli impara a conoscersi, a scoprire i propri limiti, accettandoli, e le proprie potenzialità, per “possedersi”.
- 3. Sviluppo di piani d’azione e promozione del cambiamento positivo: sia la psicosintesi sia il Coaching aiutano le persone a sviluppare piani d’azione concreti, incoraggiano il cambiamento positivo incentivandole a mettere in pratica ciò che hanno appreso durante le sedute/sessioni di lavoro e fornendo alle persone le risorse necessarie per superare gli ostacoli al fine di raggiungere i loro obiettivi personali e professionali.
Esecuzione e trasformazione.
Nel Coaching, nella fase di esecuzione, il Coach aiuta il Coachee a progettare e ad attuare il suo piano di azione, pianificando i passi da fare tra una sessione e l’altra (obiettivo extra sessione e piano d’azione).
Nella Psicosintesi, l’individuo, con il lavoro costante e continuo su di sé, scopre di potersi trasformare ogni giorno per realizzare il suo progetto di vita (scopo).
La Psicosintesi e il Coaching hanno molti strumenti in comune per aiutare, in modo diverso, l’individuo a conoscersi, a scoprirsi, ad impadronirsi delle proprie competenze ed attitudini: ad esempio la scrittura, il disegno e/o la visualizzazione.
Questi possono essere utilizzati, in misura e in modo differente, anche durante la sessione.
Un “work in” che mi ha colpito per esempio è quello cd. “la mia orchestra”: si è invitati a scrivere aggettivi che ci caratterizzano, competenze e attitudini che ci riconosciamo o che ci riconoscono gli altri e ci si riflette, focalizzando l’attenzione su quelle risorse. Quando le identifichiamo, iniziamo a conoscerci e a valorizzarci, diventando come un direttore d’orchestra che utilizza tutti gli strumenti a disposizione per offrire una “musica coerente”.
Anche in Psicosintesi ho trovato il direttore d’orchestra: si immagina la nostra personalità come una grande orchestra costituita da una moltitudine di musicisti. Il direttore d’orchestra (l’Io), attraverso la Volontà, ha il ruolo di dirigere e armonizzare il gruppo musicale (gli strumenti) per far emergere armonia in ciò che all’inizio appare disomogeneo.
Le funzioni psichiche (sensazioni, sentimento/emozioni, desiderio/impulso, immaginazione, pensiero e intuizioni) sono quegli strumenti nella Psicosintesi che l’individuo (ri)scopre di avere e sono le potenzialità nel Coaching, di cui il Coachee prende consapevolezza con l’aiuto del Coach imparando, con l’allenamento, ad usarle in modo equilibrato in ogni momento della sua vita.
Nella Psicosintesi si parla di subpersonalità, ossia strutture psichiche automatiche ed articolate instauratesi per difesa e per sopravvivenza quando l’Io, quale centro organizzatore delle molteplici funzioni, non era ancora attivo quale potere di autodeterminazione (appunti personali).
Nel Coaching rivedo quelle subpersonalità negli ostacoli, soprattutto interni, che il Coachee può incontrare durante il percorso di raggiungimento del suo obiettivo.
Ho trovato un ulteriore elemento nel Coaching che già avevo sperimentato con tutta la sua forza nella Psicosintesi: la Fiducia.
Nella Psicosintesi di gruppo la fiducia che il singolo ripone negli altri, e viceversa, permette di “sentirsi al sicuro”, di non sentirsi giudicati, di essere accolti nella propria unicità e di evolvere in modo più veloce perché si acquisisce una maggior fiducia anche in sé stessi.
Nel Coaching, la fiducia è alla base della relazione che il Coach deve saper costruire con il Coachee rendendola “facilitante” e permettendo così al Coachee di esprimersi liberamente.
La fiducia che il Coachee ripone nel Coach è caratterizzata dalle 4A (Accoglienza, Ascolto, Autenticità e Alleanza) che devono contraddistinguere l’agire professionale del Coach per tutta la durata del percorso, insieme – ovviamente – all’assenza di giudizio.
Conclusione (personale)
La Psicosintesi è un percorso personale che dura tutta la vita.
Il Coaching è un metodo di allenamento continuo a supporto di quel percorso.
Penso che la combinazione di entrambi possa aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi in modo più efficace, creando un cambiamento sostenibile e duraturo.
Diventando Coach possiamo aiutare gli altri a esplorarsi, elaborarsi e ad attivarsi per avere una maggior consapevolezza di sé e vivere coerentemente con quel “sé” per rispondere alla domanda: “che senso ha la mia vita?” (la Teoria della ghianda di J. Hillman – da “L’essenza del Coaching”).
Il senso della vita è trovare il nostro Dono (“daimon”); lo scopo della vita è quello di regalarlo (appunti personali)
Ringraziamenti
Ringrazio la mia migliore amica Lorenza per avermi fatto scoprire la Psicosintesi e, di conseguenza, conoscere tutte le splendide persone che ho incontrato su questa strada: l’elenco è lungo, ma ognuna di loro ha lasciato in me un ricordo indelebile che ci unirà per sempre.
Un grazie particolare a Pasquale Morla e Stefano Bonadiman per il lavoro che hanno fatto e per la dedizione costante.
Ringrazio me stessa per aver accettato di mettermi in discussione, per non aver ceduto al “sono fatta così” (che in tanti momenti fa molto comodo), per non aver mollato neanche nei momenti più difficili e per aver deciso di continuare nell’esplorazione che mi ha fatto approdare a questa scuola e che spero porti a un cambiamento reale di vita.
Ringrazio quindi i professionisti che ho incontrato nella scuola di Incoaching per la loro accoglienza, la disponibilità e per avermi insegnato un “metodo di sviluppo e cambiamento” da usare e da offrire anche agli altri.
Ringrazio i miei fondamentali compagni di percorso, per la genuinità e la diversità con cui hanno affrontato insieme a me questa sfida, sperimentando, mettendosi in discussione e per aver riposto la loro fiducia in una sconosciuta.
Monica Pisano
Impiegata (HR Legal Specialist)
Milano
m-pisano@libero.it
LUCA BARBIERATO
12 Luglio 2023at14:17Che splendore questa condivisione! Una chiarezza e nitidezza che mi hanno fatto vedere, quasi toccare, il percorso che hai fatto. Sono molto contento di averne fatto un pezzettino insieme. Grazie.
Marco
6 Marzo 2024at8:09Buongiorno Monica, come non condividere le tue riflessioni? Ho vissuto un’ esperienza molto simile e da qualche anno ho concluso un percorso presso l’ Istituto di Torino, diventando coach psicosintetista. Anche io ho sempre pensato che il coaching fosse una perfetta espressione dei principi della psicosintesi e oggi posso confermarlo. Grazie per la condivisione