Categoria: Come sviluppare la sintonizzazione con il Coachee

Categoria: Come sviluppare la sintonizzazione con il Coachee

come sviluppare la sintonizzazione con il Coachee

Come sviluppare la sintonizzazione con il Coachee

Una certa idea di sinfonia

Ogni relazione dipende dallo spazio in cui si colloca, sia esso fisico-materiale che psicologico-simbolico. E quando entri in uno spazio hai bisogno di tempo.
Al riguardo, cogliendo la sintesi elementare di certi concetti, prendo coscienza che gli studi sulla percezione visiva mi gridano all’orecchio professionale sempre lo stesso e inevitabile mantra: tendiamo a dare per scontato che lo spazio in cui ci muoviamo sia dato, immobile ed eguale per tutti.
Invece lo spazio è una dimensione per natura idiosincratica ovvero peculiare e propria di ognuno, una costruzione della mente per raffinata strutturazione sensoriale. A ciascuno la sua.
Ne consegue che, quando mi colloco in uno spazio, con postura, parola, gesto, ritmo, automaticamente si crea nell’altro una certa altra idea di spazio, denominato anche stato percettivo della prossimità. È qua che le cose si complicano, nel senso che si arricchiscono, in sessione e nella relazione con il Coachee.

Allora sintonizzarsi con il Coachee è cosa che richiede attenzione, sensibilità accesa e accorta, disposizione nella intercettazione del maggiore o minore coinvolgimento percettivo e psicologico del Coachee.

 

Più facile a farsi che a dirsi

Partendo dal fatto che, come comunicatori, siamo prima “visti, poi sentiti e compresi”, la sintonizzazione di un Coach prevede la supervisione dei seguenti elementi, ognuno da tradurre in tecniche ed azioni coerenti:

1) Parola di Freud: se le nostre labbra tacciono, parlano le nostre mani. Occorre saper valorizzare tanto la comunicazione analogica, poiché non è filtrata dalla ragione, che quella logica poiché di fatto meno immediata.

2) Accettare e accogliere la vulnerabilità, speculare nel processo di codifica ed emissione messaggio del Coach, tanto in quello di ricezione/decodifica del Coachee. Abbiamo l’etica professionale di ricordare che agiamo quali attivatori di positività, di apertura e stimolatori dei processi di auto-scoperta.

3) Tenere sotto controllo le tendenze di manipolazione, di seduzione, di strumentalizzazione per dare vita a uno scambio leale e trasparente con il Coachee, affinché possa emergere chiaramente che voi Coach siete sinceramente interessati all’altro. Il messaggio per il Coachee deve essere senza indugi il seguente: “siamo onorati di entrare nel tuo mondo”.

4) Esistono 4 principali tipi di fiducia nell’opera di sintonizzazione con il Coachee che necessitano di essere considerati e valorizzati:

a) la fiducia in sé del Coach;

b) la fiducia nel Coachee e nel suo potenziale;

c) la fiducia nella relazione;

d) la fiducia nel metodo poiché strumentale alla mobilità del Coachee.

5) La centratura del Coach: è frutto della mediazione tra tendenze re-attive e autodeterminazione, passando dal dubbio e dalle incertezze auto-sabotanti alla più piena consapevolezza delle proprie potenzialità.

Da tutto ciò se ne deduce che una sintonizzazione costruttiva qualifica una relazione come trasformativa capace, come afferma la filosofa Zambrano, di musicare e legittimare il mistero del silenzio di ognuno di noi quando fortemente cerca di esprimersi. Ma questa è un’altra storia.

Se sei interessato all’argomento, leggi questo articolo.

 

In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®

No Comments

Post a Comment

Chiama subito