
Come le metafore possono aiutare nella gestione del cambiamento del Coachee
Language is the mirror of the mind
“L’aspetto più interessante di una metafora è la sua capacità di essere di volta in volta tutte realtà diverse: l’estensione di significato di una parola, di un concetto condiviso, un sostituto, l’interpretazione di un conflitto concettuale. Nessuna è esaustiva e non ci sono teorie sbagliate.”
Le metafore sono strumenti linguistici dinamici poiché anzitutto sanno attuare trasferimenti di proiezioni, cioè, pacchetti di informazioni che, attraverso analogie, passano per contesti differenti, a fronte dei quali ogni volta il significato e la comprensione finale si arricchisce. All’interno di un processo di Coaching si può dunque affermare che gli enunciati metaforici si fanno strumento pro-motivo di un cambiamento del Coachee, non solo dei processi riflessivi che lo conducono a consapevolezza ma soprattutto di reinterpretazione delle esperienze e di costituzione di nuovi e più profondi significati.
La metafora apre i sentieri del pensiero divergente sopra quello logico-razionale-lineare.
Saperla utilizzare adeguatamente consente al Coach di stimolare il Coachee nell’atto di compiere operazioni di “blending” cioè di integrazione concettuale quale operazione cognitiva dinamica, deputata a fondere insieme le inferenze, i modelli culturali e le esperienze fisico-percettive.
Ogni metafora agisce sulla mobilità del Coachee fungendo da processo facilitatore di conversazionalità. Al contempo si edifica come espressione idiomatica che permette ai parlanti di delessicalizzare il linguaggio comune, in forza di una invenzione cognitiva.
Non è solo una questione di vocabolario
Poiché i cambiamenti, come si suole dire, sono anzitutto movimenti, di fronte a una metafora proprio il Coach ha la straordinaria occasione di saltare oltre le convenzioni di dialogo per poter esplorare una nuova informazione e una inedita direzione di pensiero, attraverso l’architettura delle domande efficaci che da essa scaturiscono.
Lo scopo? Condurre il Coachee verso un insight auto-generativo che lo avvicini a sperimentare cambiamenti costruttivi della propria vita. Si invertono così tutti gli elementi costitutivi di un racconto, ovvero assumono nuove valenze e nuove combinazioni proprio gli elementi fenomenici, strutturali, emozionali, personali.
Per esperienza personale, l’uso delle metafore durante il dialogo maieutico di Coaching costituisce uno strumento non solo creativo ma costruttivamente innovativo e divertente nella misura in cui educa la propria creatività e flessibilità linguistica, conducendo il Coach stesso verso una auto riflessività delle occasioni comunicative e di nuovo apprendimento.
La metafora è anche mediazione comunicativa, cioè funzionalmente traduttiva e vocata alla comprensione dei parlanti. In questo senso si declina efficacemente in:
- Mediazione sulla competenza e complessità linguistica
- Mediazione sulla condivisione dei significati
- Mediazione sulle relazioni alla base della analogia
- Mediazione sull’utilizzo dei simboli chiave
- Mediazione sulla identità e sulla differenza
- Mediazione sulla consapevolezza
- Mediazione sulla ricerca di una alternativa ottimistica
- Mediazione sul sentimento di appartenenza
- Mediazione nel processo di feedback
La gestione del cambiamento di un Coachee non può che arricchirsi attraverso l’espediente della metafora, nel momento in cui il suo utilizzo e la sua interpretazione ammettono una riscrittura dei pensieri, forgiando dinamicamente la relazione facilitante tra Coach e Coachee in modo significativo e attribuendo ad essa un maggior carattere polisemico e multi-prospettico.
Se vuoi approfondire l’argomento ti consiglio di esplorare questo articolo.
In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®
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