Categoria: Il Coach quale “valore aggiunto” al servizio del Cambiamento

Categoria: Il Coach quale “valore aggiunto” al servizio del Cambiamento

Il Coach quale “valore aggiunto” al servizio del Cambiamento

Che ci piaccia o no, dobbiamo renderci conto che l’era post-industriale è finita ed accettare che i tempi sono cambiati. Siamo entrati in una nuova era che ha come  caratteristica  peculiare il fenomeno della globalizzazione, dove tutto è connesso ed è interdipendente.

Di tale  fenomeno possiamo coglierne aspetti positivi, quali tra gli altri:  poter scegliere tra una maggiore offerta di beni e servizi a prezzi più competitivi, avere a disposizione un maggior flusso di informazioni e conoscenza, condividere scoperte scientifiche e tecnologiche. Ma possiamo scorgere in questo cambiamento anche l’altra faccia della medaglia: per la prima volta nel genere umano, tutto si muove alla velocità della luce in un sistema globale.

Quello che prima rappresentava un piccolo mutamento o assestamento locale o settoriale, ora si amplifica e si espande a 360 gradi molto rapidamente producendo altri effetti correlati che a loro volta né producono altri e poi altri ancora.

In questo contesto sistemico, così reattivo ed instabile, dagli effetti molto spesso  imponderabili ed imprevedibili, è facile intravvedere le ragioni e le cause dei repentini mutamenti politici, economici, ambientali e culturali che stanno già avvenendo in tutto il mondo.

Tutto questo, può essere vissuto come un virus fatale o come il seme per la nascita di nuove opportunità…. ma qualunque sia il punto di vista, nessuno è in condizione di prevederne gli effetti ed il risultato negli anni a venire.

Le domande fondamentali che possiamo porci sono:

come genere umano, saremo capaci di adeguarci al mutamento delle situazioni così velocemente?
Saremo capaci di essere così flessibili da innovare ed implementare continuamente  e velocemente le nostre strategie per favorire la crescita e lo sviluppo collettivo?
Come singoli individui siamo pronti a rapportarci con l’inevitabile cambiamento che è già iniziato, riconoscendolo  e adeguandoci ad esso?

La presente trattazione, non ha nessuna presunzione di poter analizzare le cause o prevederne gli effetti di questi mutamenti, ma molto più modestamente di offrire uno spunto di riflessione, rivolto al coach quale risorsa e promotore di “valore aggiunto” al servizio delle persone, delle aziende e delle organizzazioni in genere, per far si che possano “ri-conoscersi” ed identificarsi nella loro unicità, attivando ed allineando le proprie risorse interne, al fine di  affrontare con maggiore consapevolezza e centratura questo cambiamento che è già in atto.

Sebbene a prima vista potrebbe sembrare un paradosso, in un sistema globalizzato, dove tutto tende a uniformarsi, le eccellenze espresse dall’ unicità di ogni singolo essere umano, potrebbero diventare la chiave di volta e l’elemento caratterizzante di questa nuova era.

In questa breve trattazione, queste espressioni di eccellenza piace definirle “valore aggiunto”, che quando condivise e riconosciutegenuine, si concretizzano  in  un vantaggio rilevante, sia per  colui che le condivide, sia per coloro che ne fruiscono.

L’evoluzione, consiste nel  passare dal vecchio paradigma basato sulla focalizzazione del soddisfacimento dei bisogni propri, orientato al mero profitto e all’ egoistico interesse,  ad un nuovo modello basato sul soddisfacimento  del bisogno altrui quale mezzo e condizione propedeutica alla soddisfazione dei bisogni propri.

Tale concetto non ha nessuna connotazione meramente altruistica e disinteressata, come a prima vista potrebbe sembrare, ma piuttosto produttivo di un circolo virtuoso  di reciprocità, nel quale l’effetto positivo di “ricompensa” risulterà nel tempo maggiore del “valore aggiunto” inizialmente  condiviso.

L’assunto potrebbe trovare ispirazione ed espressione nella seguente personale credenza:

Il mio “valore aggiunto”, quale contributo al mondo è riconoscere e concretizzare i miei punti di  eccellenza,  facendone percepire il valore e rendendoli agevolmente fruibili agli altri, in un contesto di  reciproco interesse e crescente soddisfazione.

Allineamento interno quale fattore di riconoscimento del proprio valore aggiunto

Come precedentemente detto, la “coerenza”, la “presenza”  e la “competenza”, quando si manifestano nell’ azione,  sono l’espressione esterna e tangibile di quello che può essere percepito dagli altri come  “valore aggiunto” di una persona, di una azienda o di una organizzazione.

E’ fondamentale che, tale percezione esterna dell’azione, venga riconosciuta genuina, congrua e coerente, quindi  allineata con l’identità, i valori, le convinzioni e la consapevolezza di chi la mette in atto.

Ciò detto, questo allineamento può essere realizzato  attraverso  uno strumento di PNL elaborato da Robert Dilts che, partendo dagli studi di Gregory Bateson  (1904-1980), noto antropologo inglese, definì un modello che chiamò “i sei livelli neurologici”.

Tale modello descrive la “realtà” attraverso sei livelli: il livello più basso (ambiente) la percezione sensoriale pura, il più alto (spirito/appartenenza), ovvero  la percezione nelle nostra esistenza di un fine che trascende la nostra identità di singoli individui all’interno del sistema allargato.

Quello che in questa trattazione piace chiamare “valore aggiunto”,  si concretizza appunto nell’azione che  deve trovare congruità, valore e riconoscimento nell’ allineamento  di questi livelli:

  • spiritualità e appartenenza: (trascendenza/visione)
  • identità: (essenza personale – missione)
  • valori e credenze/convinzioni: (di sé/altri/ambiente)
  • capacità/competenze: (potenzialità, risorse e competenze per l’azione)
  • comportamenti: (azioni nell’ambiente di contesto o relazione)
  • ambiente: (contesto e relazioni)

In altre parole, l’azione percepita, prodotta in un determinato ambiente attraverso comportamenti ed esternazioni di capacità e competenze, diviene  “valore aggiunto” , non solo per il singolo ma per tutta la comunità della quale fa parte, quando tale azione è coerente con l’onesta intellettuale di chi lo produce, essendo perfettamente allineata con le credenze/convinzioni, valori e identità di chi mette in atto, diventando così espressione di spiritualità ed di appartenenza.

Il coach quale “valore aggiunto” al servizio del cambiamento

La metafora del  “coaching” come mezzo di trasporto che una persona o un gruppo di persone utilizzano per  spostarsi da un luogo di partenza ad un luogo di arrivo desiderato, rende bene il concetto di “valore aggiunto”.

In questo caso il coach non è né il protagonista né l’ artefice  del cambiamento ma il suo contributo esterno, tangibile, condiviso e riconoscibile produce uno straordinario effetto catalizzante nel processo di crescita e cambiamento generativo del coachee, velocizzandone e amplificandone i benefici ed i risultati.

Quale catalizzatore del cambiamento, il coach sa lavorare su tutti i livelli logici del coachee, individuandone, in ogni specifica situazione, quelli su cui agire scegliendo gli strumenti più adeguati al caso:

  • a livello di ambiente e comportamento:  il coach agisce in qualità di “Guida comportamentale
  • a livello capacità: il coach agisce in qualità di “Insegnante
  • a livello di convinzioni e valori: il coach agisce in qualità di “Mentore
  • a livello di identità: il coach agisce in qualità di “Sponsor
  • a livello di spiritualità: il coach agisce in qualità di “Risvegliatore”  sostenendo il coachee perché sviluppi maggior consapevolezza e cresca a livello di vision, mission e spirituale.

Tratto ed ispirato  dal “il manuale del Coach, di Robert Dilts”

E’ appena il caso di accennare che tale modello possa estendersi in ogni ambito sociale, compreso le aziende e le organizzazioni in genere.

Forse, ancora oggi, non ci si sta ancora accorgendo che il tradizionale pensiero lineare, per compartimenti stagni ed orientato sul singolo interesse, che fino a ieri faceva funzionare il mondo, non è più sufficiente a gestire le emergenze ed il cambiamento.

Oggi, più che mai, si inizia ad intuire l’esigenza primaria per le persone, le aziende e le organizzazioni  della capacità di essere flessibili ed innovativi per potersi adeguare agli improvvisi mutamenti delle situazioni esterne che man mano si presentano.

Questa intuizione, però non è di facile applicazione ed è di breve durata, se non si analizza e valuta con estrema attenzione le motivazioni intrinseche che possano sviluppare coerentemente tale capacità, appunto, di flessibilità ed innovazione.

 

Carlo Bartolomeo Novaro
Coach professionista specializzato in ambito business
18100 – Imperia (IM) Piazza Dante 8
studionovaro@gmail.com

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