Categoria: Il cuore che ascolta…

Categoria: Il cuore che ascolta…

Il cuore che ascolta…

Nella confusione dei giorni nostri, la comunicazione viene spesso trascurata o fraintesa. Tra le molte competenze che si possono affinare, l’ascolto attivo emerge come un elemento imprescindibile, che va oltre il semplice sentire le parole di qualcuno; coinvolge un livello più profondo di comprensione e rispetto reciproco.

Questo processo, trascende il partecipare al dialogo, richiede un impegno consapevole nell’ascoltare ciò che l’altra persona sta comunicando. È una capacità evoluta di ascolto, che si spinge oltre il semplice sentire e passa attraverso i segnali non verbali e le emozioni. Richiede un’attenzione totale e un interesse sincero per ciò che la controparte sta esprimendo. Il primo passo per fare questo è eliminare le distrazioni interne ed esterne, e focalizzare l’attenzione sulla conversazione.

Un ascoltatore attento, non si concentra unicamente sulle parole, ma dimostra di voler comprendere le motivazioni che stanno alla base degli argomenti discussi, creando un canale di comunicazione basato sull’empatia. L’interesse si può esprimere attraverso il contatto visivo, il sorriso, i gesti, l’annuire e le risposte attente, questo è essenziale per far sentire accolto, ascoltato e compreso il nostro interlocutore.

L’empatia, che è un elemento fondamentale dell’ascolto attivo, è la capacità di entrare in contatto profondo con la persona che abbiamo di fronte. Questo si spinge al di là della semplice comprensione delle parole pronunciate o gli argomenti trattati. È la capacità di calarsi nei panni di chi abbiamo di fronte, così da riuscire a percepire il suo stato d’animo. Questo ci permette di connetterci con lui, facendolo sentire capito e seguito. Questo legame è basilare per realizzare e mantenere relazioni sane, che permettano di costruire basi solide e ne rafforzano i sentimenti. Tutto questo richiede un grande allenamento e una forte consapevolezza delle proprie capacità comunicative.

Nella sfera professionale, l’ascolto attivo è una competenza fondamentale. Questo perché oltre a migliorare la capacità di lavorare in team, permette di affinare la collaborazione e aiuta a risolvere i conflitti. Non da ultimo favorisce un ambiente di lavoro più rilassato.

Nella comunicazione l’ascolto attivo non è l’unico elemento fondamentale, ma lo affianca il silenzio. In un mondo dove le parole sembrano scorrere senza controllo, il silenzio sembra un elemento estraneo, che non ha rilevanza con il contesto. Invece non è così. A volte il silenzio può essere un grande narratore. Questo spazio apparentemente vuoto, in realtà, è una forma di comunicazione, e se compresa e utilizzata sapientemente, può arricchire le nostre interazioni e promuovere un’unione più intensa, trasmettendo una vasta gamma di emozioni, pensieri e stati d’animo.

Il silenzio può essere associato a diverse percezioni o interpretazioni. Può trasmettere, calma, tranquillità, rispetto e reverenza, ma anche imbarazzo o paura. Nei momenti di tranquillità, offre spazio per le riflessioni ed è fonte di ispirazione. Attraverso esso siamo liberi di ascoltare i nostri pensieri, sviluppare idee e far sbocciare grandi progetti. Può anche essere visto come una pausa rigenerante, che ci permette di staccare dal rumore incessante della quotidianità e di ritrovare la calma interiore.

Nella comunicazione il silenzio diventa un prezioso alleato, infatti durante una conversazione, questo spazio lascia alle persone la possibilità di esprimere in modo esaustivo il loro pensiero, e allo stesso tempo trasmette un messaggio di comprensione e rispetto per chi abbiamo di fronte. Si adatta molto bene anche alle situazioni di conflitto, e può essere una scelta strategica, che può dare spazio a momenti di riflessione, evitando risposte impulsive e aprendo la strada ad una comunicazione più equilibrata.

Tuttavia, come già evidenziato, il pilastro centrale della comunicazione è l’empatia, ed è una delle qualità più preziose e basilari per tessere buone relazioni interpersonali. Gioca un ruolo cruciale nelle relazioni personali della società odierna. Ci permette di creare delle connessioni autentiche con le altre persone, stabilendo basi solide per superare barriere e differenze individuali.

Le nostre capacità empatiche ci permettono di migliorare la comunicazione, questo grazie all’abilità di capire le prospettive delle altre persone, così da comprendere emozioni, pensieri e punti di vista. Quando siamo in grado di comprendere le emozioni degli altri, siamo più inclini a comunicare in modo efficace, rispettoso e autentico. Ciò contribuisce a ridurre i conflitti e a costruire una base per la comprensione reciproca.

L’empatia ha diverse forme. Abbiamo l’empatia cognitiva, che riguarda la comprensione razionale delle emozioni di chi ci circonda, mentre l’empatia emotiva, coinvolge l’esperienza emotiva. In entrambi i casi implica un atteggiamento aperto, compassionevole e rispettoso. Questo modo di agire è presente in ognuno di noi, ma se per alcuni possiamo dire che è più marcato, per altri potrebbe esserlo meno. Tuttavia, questa capacità può essere coltivata e potenziata attraverso la pratica.

Per migliorare questa capacità dobbiamo imparare a concentraci sulla persona che sta parlando, prestando attenzione alle parole, ma non solo. Infatti, anche il linguaggio del corpo e la mimica facciale vanno osservati e compresi.

Nella comunicazione è importante riconoscere le piccole sfumature. Le si possono vedere e percepire dai gesti, dalle espressioni, oppure dalla postura del nostro interlocutore. Anche il tono di voce può essere un buon elemento di lettura e comprensione. Per imparare a leggere queste sfumature bisogna sviluppare un’autoconsapevolezza che ci permetta di capire e gestire le nostre emozioni. In questo modo saremo in grado di leggere i sentimenti.

Essere empatici non significa però condividere o approvare le opinioni altrui, ma semplicemente riconoscerne e rispettarne la loro unicità. Solo attraverso questa comprensione possiamo iniziare a gestire le situazioni in modo efficace, applicando strategie che ci permettano di regolare e affrontare le emozioni. Contribuendo così all’ottenimento di un equilibrio emotivo che ci permette di affrontare le sfide della vita in modo più cosciente e costruttivo.

Questa consapevolezza può essere affinata attraverso un percorso di riflessione personale o nella mindfulness. Quest’ultima ha dimostrato di contribuire al benessere in generale, poiché aiuta a ridurre lo stress, ed inoltre permette di sviluppare una mentalità aperta che aiuta a vivere il momento presente, riducendo l’attenzione verso il passato o il futuro. Quando si è imprigionati nel passato, si rischia di essere intrappolati nei ricordi, nei rimpianti o nelle esperienze che possono condizionare la percezione del presente. Al contrario, concentrarsi eccessivamente sul futuro può generare ansia, preoccupazioni e stress per eventi che potrebbero non verificarsi mai.

Per vivere il presente, dobbiamo accettare il fatto che la vita è in costante evoluzione, ed essere consapevoli che non possiamo avere il totale controllo sugli eventi. Per fare questo è indispensabile concentrarsi sui nostri sensi principali. Il presente lo possiamo vivere assaporando un nuovo piatto, ma lo possiamo fare anche attraverso i profumi. Camminando in mezzo alla natura, possiamo ascoltare i suoni che ci circondano e ammirare i colori sempre diversi della vegetazione circostante, ascoltare musica, oppure viaggiare con la mente attraverso la lettura di una narrazione o di una poesia. La poesia infatti è probabilmente la progenitrice di tutti gli altri generi. Le “canzoni” dei trovatori, i poemi, sono tutte forme spesso nate dall’oralità che hanno un effetto emotivo sulla persona e ne favoriscono l’empatia, l’introspezione e la riflessione. “… Prova a sentire il mondo…” come in un verso della raccolta di poesie di Franco Arminio (poeta e paesologo) “Cedi la strada agli alberi” che recita:

 

“Prendi un angolo del tuo paese
e fallo sacro,
vai a fargli visita prima di partire
e quando torni.
Stai molto di più all’aria aperta.
Ascolta un anziano, lascia che parli della sua vita.
Leggi poesie ad alta voce.
Esprimi ammirazione per qualcuno.
Esci all’alba ogni tanto.
Passa un po’ di tempo vicino ad un animale,
prova a sentire il mondo
con gli occhi di una mosca,
con le zampe di un cane.”

 

Conclusione:

Nella pratica del coaching possiamo dire che vi sono tre elementi fondamentali che si intrecciano tra loro. Il primo è l’empatia, ovvero la capacità di entrare in sintonia con chi abbiamo di fronte. Il secondo è il silenzio, quell’elemento che ci permette di far sentire ascoltato e compreso il nostro interlocutore. Mentre il terzo è l’ascolto attivo, che unisce i primi due.

Attraverso l’unione di questi tre pilastri il coach crea un contesto in cui la controparte si sente ascoltata, compresa e non giudicata. In questo modo, quest’ultima, si sentirà supportata nel proprio percorso di crescita personale. Questa crescita mira ad evocare la consapevolezza di sé, la propria responsabilità e grazie a questo può essere attivato un cambiamento.

Questi tre elementi intrecciati tra loro contribuiscono allo sviluppo delle relazioni umane, grazie alla comprensione reciproca. Questo ci permette di coltivare relazioni più autentiche, costruendo ponti tra le differenze, aprendo la strada a un mondo in cui l’umanità si riflette nell’arte dell’ascoltare, comprendere e accogliere l’altro con rispetto e amore.

 

 

Daniela Gianinazzi
Coach | Trainer FSEA1 – BeHuman HR Consulting GmbH
Lugano
daniela.gianinazzi@be-human.ch

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